ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
Messico, Giugno 2011
“El dolor nos recuerda Que podemos ser buenos, Que alguien mejor nos habita, Que corre en noble sentido el río de las lágrimas. Dolor llamamos al envés de la hoja de la risa, A la tiniebla que queda al otro lado de la estrella Que en tu frente tenía apacible nombre Y orientaba nuestros pasos día a día. Dolor es el combustible con que arde La llama de recuerdos que ilumina Una noche del olvido derrotado Por el rayo de tu risa al revolar. Dolor se llama el dueloDe vivir por tu memoria.”
Frammento di “49 Globos”.Juan Carlos Mijangos Noh.
Al: MOVIMIENTO CIUDADANO POR LA JUSTICIA 5 DE JUNIO, ai familiari dei bambini e delle bambine morti e feriti all’Asilo ABC il 5 giugno del 2009, ed a tutti coloro solidali con la loro lotta.
Hermosillo, Sonora, Messico.
Da: Subcomandante Insurgente Marcos.
Chiapas, Messico.
Scrivo a nome delle donne, uomini, anziani e bambini dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, per salutarvi ed esprimere il nostro rispetto ed ammirazione per la vostra degna lotta.
Non è facile tirar fuori parole dal dolore, noi lo sappiamo.
E dalla rabbia?
Dal sapere che i malgoverni ignorano di proposito il reclamo di giustizia?
Dal vedere come si manipola il calendario per simulare giustizia e per calcolare che la dimenticanza coprirà la morte? La morte assurda di 49 piccoli e le decine di feriti, bimbi senza altra colpa se non quella di essere nati in un paese dove il governo ha unito il nepotismo alla corruzione e all’impunità.
Poco o niente possiamo aggiungere a quello che le vostre degne parole hanno denunciato su quanto accaduto: la disgrazia che si abbatte su chi né l’aspettava né la meritava; l’irresponsabilità che l’ha favorita; la complicità di governi, legislatori e giudici; il continuo rimandare l’indagine approfondita. Ed i nomi e le immagini delle bambine e dei bambini, le azioni e le mobilitazioni per onorarli nel modo migliore, cioè, chiedendo la punizione dei responsabili, la giustizia per le vittime e l’adozione di misure che impediscano che la tragedia si ripeta.
Abbiamo saputo di tutto questo e di altro dalla vostra pagina internet (http://www.movimiento5dejunio.org ) e dal libro “Siamo noi i colpevoli” di Diego Enrique Osorno, che ricostruisce il rompicapo della tragedia.
La morte di una bambina, di un bambino, è sempre sproporzionata. Investe e distrugge tutto quanto le sta intorno. Ma quando questa morte è seminata e coltivata dalla negligenza e dall’irresponsabilità di governi che hanno trasformato l’inettitudine in affare, qualcosa di molto profondo scuote il cuore collettivo che in basso fa girare la pesante ruota della storia.
Dunque le domande crescono: perché? chi sono i responsabili? che cosa si fa affinché mai più si ripeta questa tragedia?
Ed è stato lil vostro impegno ciò che ci ha dato le risposte. Perché dall’alto abbiamo visto solo disprezzo, scherno, simulazioni e bugie.
La bugia è sempre un oltraggio, ma quando dal Potere si trama per nascondere a familiari ed amici, è una vergogna.
Là in alto non si sono pentiti. Non lo faranno. Invece di onorare i bimbi morti nell’unico modo che sarebbe loro permesso, cioè, attraverso la giustizia, continuano nei loro giochi di guerra dove loro vincono e tutti perdono.
Perché non è rassegnazione davanti alla morte quello che si predica da lassù. Quello che vogliono è il conformismo di fronte all’irresponsabilità che ha bruciato e ferito quelle vite.
Lontani come siamo, per calendario e geografia, non mandiamo parole di conformismo né di rassegnazione. Non solo perché né l’uno né l’altro possono far fronte alle conseguenze di questo crimine che ora compie 2 anni. Ma anche, e soprattutto, perché la vostra lotta ci suscita rispetto ed ammirazione per la vostra causa, per il vostro agire ed il vostro impegno.
Là in alto dovrebbero sapere che unisce non solo il dolore, ma anche l’esempio di lotta tenace che si muove in quel dolore.
Perché voi, uomini e donne portati dalla disgrazia in questa lotta, siete esseri straordinari che risvegliano la speranza in molti angoli del nostro paese e del pianeta.
Come sono straordinari quegli uomini e quelle donne che di nuovo, nella Carovana per la Pace con Giustizia e Dignità, ricordano a chi malgoverna, ai criminali ed al paese intero, che è una vergogna non fare niente quando la guerra si impossessa di tutto.
Da uno di questi angoli, dalle terre indigene del Chiapas, le zapatiste, gli zapatisti, vi guardiamo dal basso, sapendo che il dolore ingigantisce anche i passi se sono degni.
E queste righe che ora vi scriviamo, sono animate solo dal desiderio di dirvi una cosa:
Benedetto il sangue che ha dato la vita a queste bambine e bambini, e maledetto il sangue di chi gliel’ha tolta.
E dirvi di contare su di noi che, benché lontani e piccoli, riconosciamo la grandezza di chi sa che la giustizia si ottiene solo con la memoria e mai con la rassegnazione.
Forse un giorno verrete in queste terre. Qua troverete un cuore scuro che vi abbraccerà, orecchie attente per ascoltare, ed una storia pronta ad imparare da voi.
Perché le grandi lezioni, quelle che cambiano il cammino della storia, vengono esattamente dalle persone che, come voi e coloro che ora marciano, fanno della memoria la strada per crescere.
Con voi, e con chi ora marcia, potremo allora, insieme, voi, loro, noi, pronunciare parole dove il dolore sia una cicatrice che ci ricordi e ci impegni a che mai più si ripeta la disgrazia, e che finalmente termini il sanguinoso carnevale con cui in alto festeggiano l’impunità e la vergogna.
Mentre tutto questo accade, da qua continueremo ad ascoltarvi e ad imparare da voi.
Vale. Salute e che finalmente la giustizia avanzi in basso.
Dalle montagne del Sudeste Messicano.
Subcomandante Insurgente Marcos
Messico, Giugno 2011
(Traduzione “Maribel” – Bergamo)
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