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Palabra del Ejército Zapatista de Liberación Nacional

Oct162024

Sul tema: La Tormenta e il Giorno Dopo. Postfazione. Seconda Parte. Cambiare con continuità? Di nuovo la stessa cosa?

 

Sul tema: La Tormenta e il Giorno Dopo.

Postfazione.

Seconda Parte. Cambio con continuità? Di nuovo la stessa cosa?

L’assemblea comunitaria segue il suo corso di presentazioni. Tocca a te rispondere alla domanda chiave “E tu?”.

Sì, ci sono diverse possibilità. Sei una persona mediamente intelligente e credi in te stesso e nella tua capacità di convincere (per questo hai letto diversi manuali su come acquisire follower, e hai anche seguito il corso “1000 passi per essere popolare nell’era digitale”), quindi, ad esempio, puoi provare a convincere le persone presenti a questa ipotetica assemblea che è meglio creare una società in cui artisti e scienziati abbiano un posto separato. E per questo, ovviamente, è necessario uno Stato, perché è impossibile anche solo immaginare una società senza Stato (beh, è possibile, ma non è questo il punto). E questo Stato ha bisogno di qualcuno che governi, cioè di qualcuno che comandi. Chi mandare, non mancherà. E che si facciano carte per tutto: per le proprietà di ciascuno, e per lo scambio, cioè per comprare e vendere.

Se prima della comparsa di questo Stato il furto e l’esproprio avvenivano con la forza, la nuova civiltà è questa, civilizzata, allora dobbiamo regolamentare e legiferare questi crimini, renderli legali, in modo che la legalità sostituisca la legittimità. Quindi non sarebbe male creare un corpo di persone specializzate nel fare leggi. Con loro nasceranno anche bandiere, inni nazionali, confini e storie.

Certo, quello che accadrà è che chi è stato espropriato – con o senza leggi – non avrà altro che la propria capacità, manuale e conoscenza per produrre: e, d’altra parte, chi ha tratto profitto da quei crimini potrà “comprare” quella capacità di produrre. “Contrattare” potrebbe essere il termine, perché “sfruttare” suona male. Poi dovremo legiferare anche su questo rapporto. Contro ogni evidenza, poiché entrambi – il contraente e il contrattato – sono membri di questa nascente comunità, si tratta di un accordo tra eguali che liberamente contraggono e sono contrattati.

Per elogiare questa “libertà” viene coniato un termine che elimini la differenza tra proprietari e non proprietari. “Cittadini” può essere un’opzione interessante. E da lì deduciamo i loro equivalenti asettici: “donne”, “giovani”, “bambini”, “anziani”, “bianchi”, “afroamericani”, “asiatici”, “marroni”, “indigeni”, “razza mista”, “creoli”, ecc..

Tutti questi termini ci permettono di lasciare da parte, o nascondere, le differenze contrastanti tra possessori e spossessati, e devono esserci leggi che garantiscano questo occultamento.

Affinché queste leggi siano rispettate (si sa: capita spesso che ci siano persone che non obbediscono), è necessario un altro gruppo di persone che si dedichi ad “applicare l’ordine”. Una polizia, quindi. E, per appropriarsi delle risorse che si trovano in un’altra comunità, un esercito.

E che assegni a un colore della pelle e a un genere, il posto in quella società.

Ad esempio, le persone di pelle scura resistono meglio alle intemperie (o almeno così è stato insegnato loro), e le persone di pelle chiara sono più sensibili, più delicate (o almeno così è stato insegnato loro). Le femmine stanno bene in casa. I maschi in posizioni dirigenziali. Gli otroas?… che schifo! È un fenomeno aberrante che va eliminato o ignorata la sua esistenza. Per questo verranno utilizzate le gattabuie, le retate, le prigioni e le bare.

Hai salvato dalla catastrofe la cosa più importante, cioè il tuo schema di valori. È quindi naturale che le donne, poiché sono loro che possono avere figli, si facciano carico della casa in cui questi bambini cresceranno e prendano il posto che gli spetta. Hai portato con te anche il tuo canone di bellezza, quindi determinerai d’istinto quale donna è più… più… più “attraente” (stavo per dire “è più bona”, ma la serietà artistica e scientifica di questo testo lo sconsiglia ), quindi si selezionano i migliori “riproduttori” per “migliorare la razza”. Il “buon gusto” sarà importante non solo a tavola e nell’abbigliamento, ma anche nella caccia umana.

Naturalmente, le donne causeranno sempre problemi – è nella loro essenza – quindi occorrerà implementare un femminismo moderato, sempre supervisionato dagli uomini. In caso di “eccessi”, i maschietti prometteranno di comportarsi bene e concederanno, ad esempio, di frequentare corsi di genere. E che le donne accedano agli spazi di potere. Naturalmente, previa mascolinizzazione.

Ad esempio, l’arrivo di una donna in una posizione manageriale verrà presentato come una “conquista” delle donne in generale, anche se quella ragazza-giovane-adulta-anziana che va a scuola o al lavoro o al mercato, studentessa o dipendente o casalinga, continuerà ad essere un “bersaglio di opportunità” nel mirino del predatore nascosto dietro “le nuove mascolinità”.

La stessa cosa accadrà con i neri. Si ribelleranno continuamente e resisteranno nel prendere il loro posto nel nuovo mondo. Quindi sono necessarie almeno due cose: una è distribuire l’elemosina (non molta perché si abituano male). L’altra è adottarne alcuni con la pelle scura in modo che si veda che c’è inclusione e che ci sarà sempre la possibilità di arrivare in alto nella società. Se persistono nella loro stupidità, beh, è a questo che servono la polizia e gli eserciti.

Se, Dio non voglia, gli otroas seguono il cattivo esempio, nessun problema. Basterà applicare il principio di “imitazione”. Cioè, etero che si fingano otroas, si comportino bene, assumano il loro posto nei governi e basta. Attenzione: non abbandonare mai la politica di gattabuia-raid-prigione-bara. Bene, quelli che raggiungono la bara. Perché la sparizione forzata sarà un’opzione.

La società “di pelle scura”, diciamo, dovrà contribuire affinché lo Stato creato possa sostenere le arti e le scienze. Perché questo è quello che ti hanno insegnato a scuola: grandi soldi hanno finanziato le grandi scoperte scientifiche e le meravigliose opere d’arte che riempiono musei inaccessibili e moderni laboratori e sale di prova.

In questa supposizione che vi presento, tutto è scomparso, è stato distrutto, saccheggiato o sepolto tra macerie, sangue, ossa, fango e merda da qualche parte.

Ma, nell’idea di futuro di quella comunità isolata, in breve tempo (diciamo tra qualche secolo), il “progresso” farà scoprire nuovi territori e tecnologie da conquistare.

Dapprima con armi “bianche” e armature, poi con più armi, ora armi da fuoco, carri armati e aeroplani, la conquista avanzerà e, con essa, fioriranno la prosperità e lo sviluppo. E, naturalmente, l’espropriazione, la sottomissione (“moderna”, questo sì), la distruzione e la morte, ma questo ormai non importa più.

Presto saranno le banche a comandare le compagnie minerarie, le imprese agricole, i corridoi industriali, i centri turistici, i treni moderni e gli aeroporti che occuperanno pianure e montagne, contamineranno fiumi, lagune e sorgenti, come dipendenti (attenzione: evitate di usare la parola «schiavi») si userà la gente del posto di pelle scura, prenderanno tutto quello che possono e poi se ne andranno da qualche altra parte lasciando dietro di sé una terra desolata… come in guerra. In ogni momento troveranno nello Stato il capoccia docile, servile e crudele necessario per la nascita di questa nuova civiltà.

E così ti rendi conto che è possibile avere un posto sicuro, come si dice, “sapere con chi stare”. Per questo sarà necessario un sistema educativo che “insegni” ai bambini, fin da piccoli qual è il loro posto. Quindi sì, ci siano scuole per i neri e scuole per i bianchi. La tua ascesa come artista e scienziato seguirà il travolgente avanzamento del nuovo mondo.

Poiché la libertà di creazione, ricerca e contrattazione è la cosa più importante, si dovrà evitare l’arrivo di coloro che lottano per uno Stato Totalitario, anche se per questo fosse necessario… un altro Stato Totalitario.

Non importa se questo Stato sia una democrazia rappresentativa, monarchica, parlamentare, dittatoriale, ecc., ma piuttosto che sia capace di omogeneizzare la società imponendo l’egemonia di un’idea: “progresso” significa progresso della singola persona, a qualunque costo e a costo di chiunque. Il lavoro degli altri deve essere indirizzato ai propri fini. Cambiare parte, quindi, indipendentemente dal colore, dal genere (o non-genere), dalla taglia, dalla religione, dalla razza, dalla lingua, dalla cultura, dai modi, dalla storia. In alcuni regnerà la felicità, in altri l’infelicità di dover lottare per la felicità. Alcuni sono i possessori, gli altri sono gli espropriati che desiderano essere possessori.

In questo dilemma spererai di convincere altre persone di questa grande idea. È il tuo turno. Coraggio, applica ciò che hai imparato.

Certo, è molto probabile che qualcuno ti interrompa e ti ricordi che tutti, te compreso, si trovano in quella situazione proprio a causa di un sistema con quelle caratteristiche.

-*-

Certo, ora pensi che questa ipotesi sia troppo estrema, che nessuna persona razionale, colta, altamente istruita, etero, mascolina o mascolinizzata, civilizzata e “moderna” vorrebbe una cosa del genere.

Ma ho solo riassunto le basi di una società capitalista: sfruttamento, repressione, furto e disprezzo. Un sistema patriarcale, razzista, sfruttatore, bellicoso, criminale, disumano, crudele e spietato che, distruggendo, cresce. Ed è cresciuto fino a distruggere il mondo come lo conoscevi. Una società come quella in cui “viviamo” tu e noi.

Oh, non arrabbiarti. È solo una situazione “ipotetica”; una supposizione. I progressi scientifici e tecnologici, così come il fiorire delle “vecchie” e delle “nuove” arti, sono m-e-r-a-v-i-g-l-i-o-s-e. Il riscaldamento globale è una bufala inventata da ambientalisti oziosi (ho già detto che sono anche brutti?) – semplici hippy moderni e scolarizzati -. Il cambiamento climatico è una moda passeggera, non ci sono uragani, terremoti, siccità o inondazioni insolite. I femminicidi? Non esistono, sono punizioni che il destino concede alle donne che non stanno al loro posto… o che si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato. Non esiste la criminalità organizzata perché lo Stato non ammette concorrenza (in termini di criminalità, ovviamente; in termini di criminalità organizzata è di gran lunga superiore); e le controversie tra paesi si risolvono attraverso il dialogo, quindi non ci sono guerre o genocidi che usano la storia per convenienza (“abbiamo il diritto di eliminare l’altro perché prima eravamo gli altri e loro volevano eliminarci”). Bene, va tutto bene, no?

Ma quella di replicare il modello organizzativo precedente è solo una possibilità, ce ne devono essere altre. Perché, nell’ipotetico “giorno dopo”, un’opzione è quella di ricominciare da capo ricostruendo il sistema che ha causato, alimentato e portato a destinazione la tormenta. Naturalmente, “limando i bordi” di quel sistema.

Sollevo questa possibilità perché è noto che, mancando fantasia e audacia, c’è chi tende a ricominciare da ciò che è conosciuto. Proprio come un movimento che si organizza per contrastare un partito di Stato, diventa… un partito di Stato. Se ne nutre e si “appropria” degli usi e dei costumi di chi gli era nemico. Quindi vale tutto, tutto è permesso, pur di non smettere di essere… un partito di Stato.

E, così quando è evidente che “qualcosa” non va nel sistema, di solito viene anche introiettata la prova che nient’altro è possibile, che “un mondo in cui ci sono molti mondi” non è possibile.

Continua…

Dalle eccetera.

El Capitán

Ottobre 2024

Convocatoria a los Encuentros Internacionales de Rebeldías y Resistencias 2024-2025. Tema: La Tormenta y el Día Después

 

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