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Palabra del Ejército Zapatista de Liberación Nacional

Nov012018

COMUNICATO CONGIUNTO DEL CNI, CIG ED EZLN CONTRO IL MEGAPROGETTO DEL NUOVO AEROPORTO INTERNAZIONALE DEL MESSICO (NAIM) ED IN APPOGGIO E SOLIDARIETÀ CON LE POPOLAZIONI MIGRANTI

COMUNICATO CONGIUNTO DEL CNI, CIG ED EZLN CONTRO IL MEGAPROGETTO DEL NUOVO AEROPORTO INTERNAZIONALE DEL MESSICO (NAIM) ED IN APPOGGIO E SOLIDARIETÀ CON LE POPOLAZIONI MIGRANTI.

26 ottobre 2018

 

Al Popolo del Messico 

Ai popoli del Mondo 

Alla Sexta Nazionale ed Internazionale 

Alle reti di appoggio al CIG 

Ai mezzi di comunicazione

Noi popoli, nazioni, tribù e barrios del Congresso Nazionale Indigeno ed EZLN, ci rivolgiamo con rispetto al popolo del Messico ed ai popoli originari e contadini che degnamente si oppongono al megaprogetto di morte che chiamano Nuovo Aeroporto Internazionale del Messico (NAIM), i quali senza arrendersi, senza vendersi, né cedere, non hanno lasciato cadere la speranza, che è la luce per la quale sogniamo e costruiamo la giustizia.

La nostra parola va rispettosamente anche a coloro che sono obbligati a cercare in altri suoli quello che gli hanno strappato nelle loro geografie; a coloro che migrano alla ricerca di vita, e a coloro che li appoggiano disinteressatamente con i propri mezzi, tempi e modi.

-*-

Abbiamo visto, seguito e vissuto da vicino la lotta delle comunità del lago di Texcoco e dintorni. Abbiamo visto la loro determinazione, la loro dignità ed il loro dolore che sono stati anche nostri. Non dimentichiamo la repressione di maggio del 2006, la tortura sessuale, l’ingiusto incarceramento dei compagni e delle compagne del Fronte dei Popoli in Difesa della Terra e della Sexta nazionale e internazionale; così come l’omicidio del nostro compagno Ollin Alexis Benhumea e del giovane Francisco Javier Cortés Santiago; repressione ordinata allora da Vicente Fox ed Enrique Peña Nieto, con l’avallo ed il plauso di tutto lo spettro politico di sopra, compreso chi oggi si presenta come «il cambiamento».

Oggi, senza alcuna considerazione per i nostri diritti come popoli originari, i malgoverni dicono di consultare i messicani per sapere se preferiscono l’aeroporto nel Lago di Texcoco o a Santa Lucía, ma noi pensiamo che entrambe le soluzioni portano alla depredazione dei territori circostanti, alla devastazione ambientale, alla mercificazione della vita comunitaria dalla loro cosiddetta aerotropolis. Entrambe portano a fare del nostro paese il pezzo necessario che permetta il libero flusso al capitale transnazionale che faciliti l’entrata e l’uscita delle merci, lo sfruttamento di tutto quanto abbiamo a beneficio di pochi. Ognuna delle due opzioni sono dirette ad appoggiare la morte che minaccia l’umanità. Ossia, appoggiare il capitalismo neoliberale come boia dei nostri popoli.

I governanti non dovrebbero chiederci di decidere dove mettere il nuovo aeroporto, perché se avessero un po’ di vergogna di fronte ai milioni che subiscono la spoliazione, la povertà, la repressione, a causa delle quali devono migrare in migliaia di fronte alla distruzione perpetrata in tutto il mondo, davanti alla nostra madre terra che non sopporta più la grave malattia provocata dal capitalismo, la domanda dovrebbe essere se siamo d’accordo che continuino o no su questa strada che ci sta conducendo, tutte e tutti, alla morte, alla guerra, allo sterminio.

Sappiamo che non lo faranno perché la loro strada è il mercato per i potenti che comandano davvero e non per loro. Il NAICM non è l’unico pezzo che manca loro per finire di sfigurare questa nazione e dare forma alla tragedia che è appena cominciata, per cui la nostra parola ed il nostro appello continueranno ad essere di organizzarci nella resistenza e la ribellione, che sono la lotta per la vita.

Noi popoli originari non possiamo dire sì al nostro sterminio, anche se il malgoverno finga di fare una consultazione, falsifichi i voti, li compri o li ottenga con l’inganno dal popolo del Messico. L’attacco contro i territori che sostengono la vita e contro la libertà, non sarà in nostro nome.

CNI – CIG ed EZLN ribadiamo il nostro netto rifiuto alla costruzione del Nuovo Aeroporto del Città del Messico nel lago di Texcoco o in qualsiasi altro luogo, perché volto a rafforzare il grande capitale, beneficiare pochi magnati come Carlos Slim, Carlos Hank Rhon, Bernardo Quintana e Hipólito Gerard Rivero, cognato di Carlos Salinas de Gortari, e qualunque nome che prenda l’idra capitalista; tutti loro basano la loro ricchezza sullo sfruttamento e la sofferenza dei milioni che siamo in basso. Con questa grande opera, come con gli altri megaprogetti imposti nelle nostre geografie, vogliono strappare quello che è nostro, a costo della vita di chi si oppone.

Riconosciamo, rispettiamo e salutiamo la lotta di coloro che, seguendo la loro autonomia, decidano di partecipare o no alla presunta consultazione sul NAIM e invitiamo ad unificare gli sforzi, che crescano e si rafforzino, dalla diversità che siamo noi del basso, per fermare la distruzione dei territori originari, rurali ed urbani.

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  Queste opere chiamate «megaprogetti» non sono altro che parte della guerra del sistema contro tutto, seminano violenza, distruzione e morte in tutto il mondo e costringono le popolazioni coinvolte a migrare alla ricerca della vita che viene strappata loro nei luoghi di origine.

  È il caso oggi di coloro che emigrano dai territori dell’America Centrale e che vengono attaccati, vessati e calunniati per ordine del Boss che così alimenta l’odio verso la differenza e trae ancora più profitto dalla tragedia che ha provocato.

  Il sistema oggi perseguita ciò che ha provocato ieri.

  Nel dolore di questi passi «migranti» cammina il nostro domani se non ci organizziamo in difesa della vita.

  Da tempo va l’appoggio, rispetto e solidarietà per queste sorelle e fratelli e così seguirà, anche se con le nostre limitate possibilità.

  Nei nostri villaggi, nelle nostre case, nelle nostre strade, nei nostri territori, condivideremo, come ieri, oggi e domani, il poco che abbiamo, e riceveranno la parola di incoraggiamento e degna rabbia che allevi i loro passi e li aiuti a proseguire.

  Perché il mondo non è di proprietà di nessuna bandiera.

  È di tutte, tutti, todoas, di tutti noi che lo facciamo andare avanti col nostro lavoro, di chi lo fa fiorire, di chi semina vita dove il sistema miete morte, di chi, come i famigliari degli assenti di Ayotzinapa, percorre il mondo alla ricerca della verità e della giustizia, ossia, la vita.

 

Distintamente.

Ottobre 2018

Mai Più Un Messico Senza Di Noi

Congresso Nazionale Indigeno

Consiglio Indigeno di Governo

Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale

Traduzione “Maribel” – Bergamo

 
 
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