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Palabra del Ejército Zapatista de Liberación Nacional

May202018

Manca quello che manca. C’è molto da fare ancora

Manca quello che manca. C’è molto da fare ancora.
Aprile 2018.
 
Alle Reti di Appoggio al CIG ed a Marichuy:
A coloro che hanno partecipato alla Associazione Civile “Llegó la hora del florecimiento de los pueblos”:
Alla Sexta Nazionale e Internazionale:
Al popolo del Messico:
Ai media liberi, autonomi, alternativi, indipendenti:
Alla stampa nazionale e internazionale:
 
Di fronte all’acutizzazione della guerra, depredazione e repressione che invade le nostre comunità con l’avanzare del processo elettorale e secondo i passi percorsi per le geografie di questo paese dalla nostra portavoce Marichuy insieme ai consiglieri e consigliere, ci rivolgiamo rispettosamente al popolo del Messico per dire che:
 
Sentiamo il dolore di tutti i colori che siamo, noi il Messico del basso
 
Col pretesto del periodo di raccolta delle firme, abbiamo percorso i territori indigeni del nostro paese dove insieme, abbiamo fatto crescere la nostra proposta politica dal basso, da dove si è resa visibile la lotta di molti popoli originari, i loro problemi e le loro proposte.
Con la nostra partecipazione in questo processo elettorale, ribadiamo ai popoli indigeni e non indigeni del Messico che non resteremo inermi mentre si distruggono e ci strappano la terra che abbiamo ereditato dai nostri nonni e la dobbiamo ai nostri nipoti, mentre inquinano i fiumi e perforano le montagne per estrarre minerali, non rimarremo fermi mentre convertono la pace e la vita che costruiamo quotidianamente, in guerra e morte attraverso i gruppi armati che proteggono i loro interessi. La nostra risposta, non abbiate dubbio, sarà la resistenza organizzata e la ribellione per sanare il paese.
 
Con la grande mobilitazione di migliaia e migliaia di compagne e compagni delle reti di appoggio in tutto il paese, abbiamo realizzato ed è diventato sfacciatamente evidente che per apparire sulla scheda elettorale si deve garantire che noi siamo uguali o peggiori di loro, che se presentiamo delle firme, queste devono essere false o non valide, se spendiamo denaro deve essere di oscura provenienza, se diciamo qualcosa deve essere una bugia, se concordiamo qualcosa di serio, deve essere coi politici corrotti, con le imprese estrattive, coi banchieri, coi cartelli della droga, ma mai, mai, col popolo del Messico.
 
Essere sulla scheda elettorale è solo per chi vuole amministrare il potere di sopra opprimendo quelli di sotto, perché il potere che vogliono è marcio in tutte le sue parti.
Quindi, è una contesa che si può vincere solo con trappole, denaro e potere, come la merce che sono le elezioni della classe politica nella quale non c’è né ci sarà mai posto per la parola di quelli di sotto, di quelli che essendo indigeni o che non sono parte di un popolo originario, disprezzano il potere e costruiscono la democrazia prendendo decisioni collettivamente, che poi si fanno governo per strada, in un quartiere, in una comunità, un ejido, un collettivo, una città o uno stato.
 
Il processo elettorale è una porcilaia in cui sguazza chi è riuscito a falsificare migliaia di firme e chi ha le migliaia di milioni di pesos che gli permettono di comprare il voto, mentre la maggior parte del popolo del Messico si dibatte tra povertà e miseria.
 
Per questo la nostra proposta non è uguale, per questo non facciamo campagna elettorale, per questo non falsifichiamo le firme, né a cercare e spendere soldi che il popolo del Messico adopera per rispondere alle sue necessità vitali, per questo non ci preoccupiamo di vincere nessuna elezione né mischiarci con la classe politica, ma è il potere dal basso che perseguiamo, che nasce dalle sofferenze dei popoli e per questo cerchiamo il dolore di tutti i colori che siamo, noi il popolo del Messico, perché lì sta c’è la speranza che nasca un buon governo che comandi obbedendo e che solo potrà sorgere dalla dignità organizzata.
 
Non è solo il razzismo della struttura politica che non ha permesso che la nostra proposta figurasse sulla scheda elettorale, perché se chi si oppone alla distruzione capitalista del mondo avesse anche occhi diversi, azzurri o rossi, le politiche pubbliche e la presunta democrazia sarebbero fatte per escluderli. Noi, popoli originari e chi cammina in basso e a sinistra non stiamo al loro gioco; non per il nostro colore, la nostra razza, la nostra classe, la nostra età, la nostra cultura, il nostro genere, il nostro pensiero, il nostro cuore, bensì perché siamo una cosa sola con la madre terra e la nostra lotta è perché tutto non si trasformi in merce, perché sarebbe la distruzione di tutto, cominciando dalla nostra, di noi come popoli.
 
Per questo lottiamo, per questo ci organizziamo, per questo non solo non stiamo nella struttura dello stato capitalista, ma ogni giorno di più sentiamo ripugnanza per il potere di sopra che ogni giorno di più dimostra il profondo disprezzo contro tutte e tutti i messicani. La grave situazione in cui vivono i nostri popoli e che si è acutizzata gravemente nelle ultime settimane per la repressione e la depredazione, ha solo meritato il silenzio complice di tutti i candidati.
 
Di conseguenza, per accordo della seconda sessione di lavoro del Consiglio Indigeno di Governo, svoltasi i giorni 28 e 29 aprile a Città del Messico, né il CIG né la nostra portavoce cercheranno né accetteranno alcuna alleanza con nessun partito politico o candidato, né inviteranno a votare o ad astenersi, ma continueremo a cercare tutti quelli in basso per smontare il pestilente potere di sopra. Che andiate a votare o no, comunque organizzatevi.
 
Andremo avanti nella realizzazione delle chiavi per sanare il mondo.
 
Tra i popoli originari di questo paese, dove è presente il Consiglio Indigeno di Governo, e dove la nostra portavoce è passata tessendo, secondo il mandato dell’assemblea generale del CNI, ci sono le resistenze e le ribellioni che danno forma alla nostra proposta per tutta la nazione, per questo insieme a consiglieri e consigliere di ogni stato e regione abbiamo percorso le sue geografie, dove la guerra e l’invasione del mostro capitalista vive giorno per giorno. Dove la terra viene depredata affinché non sia più collettiva e resti nelle mani dei ricchi, affinché i territori siano occupati e distrutti dalle imprese minerarie, le sorgenti devastate per l’estrazione di idrocarburi, i fiumi inquinati, l’acqua privatizzata in dighe e acquedotti, il mare e l’aria privatizzati dai parchi eolici e dall’aviazione, i semi nativi contaminati dagli OGM e dalle sostanze chimiche tossiche, le culture rese folclore, i territori configurati per il funzionamento del narcotraffico transnazionale, l’organizzazione dal basso sottomessa dalla violenza terroristica dei gruppi narco paramilitari che sono al servizio dei malgoverni.
 
Abbiamo visto anche le strade che si illuminano nei mondi che conservano le proprie culture, quando in essi si scorge la proposta e la parola degli altri popoli indigeni, e dalla loro lotta e dalla loro lingua sorgono i fondamenti che sono la ragion d’essere del Consiglio Indigeno di Governo.
 
È lì dove splende la speranza che siamo usciti a cercare, come lo è anche la società civile organizzata nelle città con la Sesta, coi gruppi e le Reti di appoggio al CIG che non solo sono usciti a dimostrare la loro solidarietà e fare un’agenda in tutto il paese, ma sono usciti a costruire dal basso, dalle stesse rovine capitaliste, un paese migliore ed un mondo migliore. A tutt@ loro la nostra ammirazione e il nostro rispetto.
 
Invitiamo tutte e tutti, noi che siamo il popolo del Messico, i compagni e le compagne delle Reti di appoggio al Consiglio Indigeno di Governo in tutti gli stati del paese, le compagne e compagni che hanno costituito l’Associazione Civile «Llegó la Hora del Florecimiento de los Pueblos», a seguirci consultando e valutando, facendo valutazioni, trovando e percorrendo i nuovi sentieri che decideremo di percorrere, sempre organizzandoci, che si voti o no per qualche candidato. Le vostre parole, sentimenti e proposte sono importanti per noi.
 
Continueremo a lanciare ponti rispettosi con chi vive e lotta, così per fare crescere insieme la parola collettiva che ci aiuti a resistere contro l’ingiustizia, la distruzione, la morte e la depredazione, per ricostruire il tessuto sociale del paese con la coscienza di coloro che in basso sognano e si ribellano con le proprie geografie, culture e modi.
 
Nella proposta collettiva dei popoli è custodita la nostra parola che si rivolge al mondo, quindi continueremo a camminare verso il basso, verso i popoli, le nazioni e le tribù indigene che siamo, per cui indiremo nel mese di ottobre 2018 l’Assemblea Generale del Congresso Nazionale Indigeno, per conoscere i risultati della valutazione dei popoli originari raggruppati nel CNI, ed avanzare al passo successivo.
 
Sorelle e fratelli del popolo del Messico e del mondo, andiamo avanti insieme perché c’è molto da fare ancora.
 
Per la ricostituzione Integrale dei Nostri Popoli
 
Mai più un Messico senza di Noi
 
Congresso Nazionale Indigeno
 
Consiglio Indigeno di Governo
 
Commissione Sesta dell’EZLN
 
Traduzione “Maribel” – Bergamo
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