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Palabra del Ejército Zapatista de Liberación Nacional

Ene082018

24° Anniversario dell’inizio della guerra contro l’oblio

Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comandancia General dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale, 1° gennaio 2018.
24° Anniversario dell’inizio della guerra contro l’oblio.
 
BUONA NOTTE, BUON GIORNO:
COMPAGNI, COMPAGNE BASI DI APPOGGIO ZAPATISTE.
COMPAGNI, COMPAGNE RESPONSABILI LOCALI, REGIONALI ED AUTORITÀ DELLE TRE ISTANZE DI GOVERNO AUTONOMO.
COMPAGNI E COMPAGNE PROMOTORI E PROMOTRICI DELLE DIVERSE AREE DI LAVORO.
COMPAGNE E COMPAGNI MILIZIANE E MILIZIANI.
COMPAGNI E COMPAGNE INSURGENTES E INSURGENTAS OVUNQUE SIATE.
COMPAGNI, COMPAGNE DELLA SEXTA NAZIONALE E INTERNAZIONALE.
COMPAGNI, COMPAGNE DEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO.
COMPAGNI, COMPAGNE DEL CONSIGLIO INDIGENO DI GOVERNO E LA SUA PORTAVOCE MARIA DE JESUS PATRICIO MARTINEZ DOVUNQUE CI ASCOLTIATE.
FRATELLI E SORELLE DI TUTTI I POPOLI ORIGINARI DEL MONDO CHE CI ASCOLTATE.
FRATELLI E SORELLE SCIENZIATI E SCIENZIATE DEI MOLTI PAESI CHE CI ACCOMPAGNATE.
FRATELLI E SORELLE DEL MESSICO, DELL’AMERICA E DEL MONDO CHE OGGI CI ACCOMPAGNATE O CI ASCOLTATE OVUNAUE SIATE.
FRATELLI E SORELLE DEI MEDIA LIBERI E ALTERNATIVI, NAZIONALI E INTERNAZIONALI.
Oggi, 1º gennaio 2018 celebriamo il 24° anniversario della nostra sollevazione armata contro il malgoverno e il sistema capitalista neoliberale causa di ogni tipo di morte e distruzione.
Come popoli originari, da più di 520 anni ci hanno sottomessi attraverso lo sfruttamento, l’emarginazione, l’umiliazione, il disprezzo, l’oblio e la depredazione delle nostre terre e ricchezze naturali in tutto il territorio messicano.
Per questo il 1° Gennaio 1994 abbiamo detto BASTA! di vivere in così tanta ingiustizia e morte, e così abbiamo fatto conoscere al popolo del Messico e al mondo le nostre domande di Democrazia, Libertà e Giustizia per tutti, terra, lavoro, abitazione degna, alimentazione, salute, educazione, indipendenza, democrazia, libertà, giustizia e pace.
Ed ora la violenza è diffusa ovunque e si uccidono donne e bambini, anziani e giovani e perfino madre natura ne è vittima.
Per questo diciamo che la nostra lotta è per la vita, per una vita degna.
Mentre il capitalismo è il sistema della morte violenta, della distruzione, dello sfruttamento, del furto, del disprezzo.
Questo è quello che manca a tutti i popoli originari ed alla stragrande maggioranza degli abitanti di questo paese, il Messico, e di tutto il mondo.
Perché, vi chiedo, Chi ha una vita degna? Chi non vive l’angoscia di poter essere assassinata, derubato, deriso, umiliato, sfruttato?
Se c’è chi è tranquillo e non se ne preoccupa, bene, queste parole non sono per te.
Ma forse vedi e senti che tutto sta andando sempre peggio.
Non solo c’è che il lavoro è malpagato e non basta per poter vivere dignitosamente.
Ora c’è anche che i gruppi criminali, soprattutto quelli che sono governi, rubano o, peggio, ci uccidono, perché solo così stanno bene.
Dunque, se pensi che succede così perché così vuole il tuo dio, o perché è per sfortuna, o perché è il destino che ti è toccato, allora queste parole non sono nemmeno per te.
Le nostre domande sono giuste e, come abbiamo detto pubblicamente 24 anni fa, non sono solo per noi popoli originari o indigeni, ma chiunque non sia criminale o stupido, o le due cose, sa che sono istanze giuste e sempre più necessarie e urgenti.
Ma la risposta dei malgoverni è stata: hai l’elemosina, quindi accontentati, perché se continui a pretendere ho qui i miei eserciti, i miei poliziotti, i miei giudici, le mie prigioni, i miei paramilitari, i miei narcotrafficanti, e tu hai solo il tuo cimitero.
Allora noi, zapatiste e zapatisti, abbiamo detto loro: non chiediamo elemosine, vogliamo rispetto per la nostra dignità.
E i malgoverni hanno risposto che non sanno che cos’è la dignità. Che questa parola è maya o è di un altro pianeta, perché non c’è nei loro dizionari, né nella loro mente, né nella loro vita.
È così tanto tempo che sono servi e leccaculi dei ricchi, che hanno ormai dimenticato cos’è la dignità.
Siccome questi malgoverni sono abituati ad arrendersi, a vendersi, a cedere, pensano che tutti siano così, che tutto il mondo sia così, che non ci sia chi parli, pensi, lotti, viva e muoia senza arrendersi, vendersi, cedere.
Per questo non capiscono lo zapatismo. Per questo non comprendono i mille nomi che la resistenza e la ribellione assumono in molti angoli del Messico e del mondo.
Il sistema è così, compagna, compagno, fratello, sorella, quello che non capisce lo fa perseguire, imprigionare, assassinare, sparire.
Perché vuole un mondo domo, come se le persone fossero bestie da soma che devono obbedire a quello che dice il padrone, il prepotente, e se non obbediscono, botte, bastonate, reclusione, fucilate.
Per il capitalismo la resistenza e la ribellione sono una malattia che lo assale, gli dà mal di testa, gli dà un calcio nei coglioni, gli sputa in faccia. Gli fa male.
E la medicina del capitalismo per questo sono i poliziotti, le prigioni, gli eserciti, i paramilitari, i cimiteri se hai fortuna, se no, chissà dove ti buttano.
Ed è così anche se non c’è resistenza e ribellione, anche se stai tranquillo e sei un buon cittadino che vota per il Trump di turno nel tuo calendario e nella tua geografia.
E magari critichi e ti lamenti di quelli che protestano e si ribellano. E dici «andate a lavorare e smettetela di lamentarvi» quando si protesta per Acteal, o per l’Asilo ABC, o per Atenco, o per Ayotzinapa, o per i Mapuche, o per qualsiasi nome abbia la disgrazia che si abbatte.
Tu credi che tutto questo succeda lontano da casa tua, dalla tua strada, dal tuo paese o quartiere, dal tuo lavoro, dalla tua scuola, dalla tua famiglia, e invece no. Tutto questo che si sa e molti orrori di cui non sappiamo, succedono proprio vicino a te.
Perché anche se credi che non ti tocchino, invece sì che ti toccano, a te o a qualcuno vicino a te.
Perché il sistema e i suoi governi hanno oramai perso il controllo, sono impazziti, sono ubriachi di denaro e di sangue e travolgono tutto e tutti e, soprattutto, tutte e todoas.
Dunque, sorella, fratello, compagno, compagna, se tu pensi che la situazione è molto difficile e che non è più sopportabile, allora bisogna sapere che cosa farai.
Se pensi che qualcuno, un leader, un partito, un’avanguardia risolva tutti i problemi e che devi solo mettere una crocetta su una scheda, così facilmente, ok, pensa pure che sia così.
Allora, queste parole non sono per te. Resta tranquillo o tranquilla in attesa della nuova presa in giro, la nuova frode, il nuovo inganno, la nuova bugia, la nuova delusione. Che non sono nuove, sono le stesse di sempre, cambiano solo di data nel calendario.
Ma, forse pensi che si possa fare qualcosa di più. E ti domandi se si può, o se la lotta, la resistenza, la ribellione stiano solo nelle canzoni, nelle poesie, sui cartelli e nei cimiteri.
Allora ti diciamo che noi, zapatiste e zapatisti, ci siamo chiesti tutto questo 24 anni fa quando siamo andati a morire per le strade e le piazze delle tue città.
E così ci hai visto. E così ci hanno visto anche coloro che si credono grandi dirigenti rivoluzionari che prima ci hanno disprezzato, come ci disprezzano ora, quando sono venuti a conoscenza della nostra lotta mentre cenavano e ridevano nei loro festeggiamenti di fine anno, mentre noi, zapatiste e zapatisti dell’EZLN ci mettevamo la vita e la morte dove loro mettono i musei.
Allora abbiamo reagito. Abbiamo detto, vediamo se si può vivere con dignità senza i malgoverni, senza dirigenti e senza leader e senza avanguardie piene di Lenin e Marx, ma assolutamente che non stanno con noi, zapatiste, zapatisti. Molto parlare di quello che dobbiamo o non dobbiamo fare, ma niente di concreto. E dagli con l’avanguardia, e il proletariato, e il partito, e la rivoluzione, e fatti una birra, un calice di vino, un arrosto in famiglia.
Niente da fare, abbiamo pensato, l’avanguardia rivoluzionaria è troppo occupata a provarsi abiti e parole per la vittoria, e quindi dobbiamo fare a modo nostro, come indigeni zapatisti.
Che non sono molti gli indigeni, e gli zapatisti sono ancora meno, perché non è da tutti essere zapatista.
E così abbiamo iniziato quello che ora si conosce come l’autonomia zapatista, ma che noi chiamiamo la libertà secondo noi, zapatiste e zapatisti, senza padroni, né capoccia, né leader, né dirigenti, né avanguardie.
In questi 24 anni abbiamo costruito la nostra autonomia, sviluppato le nostre diverse aree di lavoro, consolidato le nostre tre istanze di governo autonomo, formalizzato i nostri sistemi di salute ed educazione, creato e rafforzato i nostri lavori collettivi, ed in tutti questi spazi di autonomia conta la partecipazione di tutti e tutte, donne, uomini, giovani e bambin@.
E così stiamo dimostrando che noi popoli originari abbiamo la facoltà e la capacità di governarci da soli, non abbiamo bisogno dell’intervento di nessun partito politico che solo inganna, promette e divide le nostre comunità e non accettiamo nessun tipo di aiuto dai governi ufficiali. Non accettiamo nemmeno che qualcuno ci venga a dire che cosa possiamo o non possiamo fare. Qui discutiamo e concordiamo tutto collettivamente.
Per questo a volte ci mettiamo tanto tempo, ma quello che viene fuori è del collettivo. Se riesce bene, è merito collettivo. Se riesce male, è demerito collettivo.
Questo è il nostro modo, e se va bene o male, è lì da vedere; paragonate le vostre povertà con le nostre, le vostre morti con le nostre, le vostre malattie con le nostre, le vostre assenze con le nostre, le vostre sofferenze con le nostre, e vi accorgerete di paragonare i vostri incubi con i nostri sogni.
Stiamo vivendo e lottando con il lavoro individuale e collettivo di tutti noi zapatisti, ma ammettiamo anche che c’è ancora molto da fare, è necessario organizzarci di più come popoli, ancora abbiamo molte difficoltà per sviluppare bene le nostre diverse aree di lavoro, abbiamo anche sbagliato e commesso errori come ogni essere umano, ma ci siamo corretti e andiamo avanti.
Perché la nostra organizzazione siamo noi stessi. Nessuno che non sia uno svergognato, gaudente e bugiardo può dire il contrario. E non abbiamo paura di ammettere quando facciamo male, e di essere contenti di quello che facciamo bene. Perché il brutto e il buono che siamo è opera nostra. A noi, ci valuta la nostra stessa gente. Anche se poi c’è chi se ne va a spasso per l’Europa a mangiare e bere e dire che ha fatto tanto e perfino si inventa la propria «Frida Sofía» [la falsa notizia della bambina ‘Frida Sofia’ intrappolata tra le macerie del terremoto a Città del Messico – N.d.T.] per raccogliere attenzione e soldi ed offrire denaro per comprare coscienze e crede che la lotta si fa a parole e non con l’impegno reale, e si allea con i narcotrafficanti per attaccarci. Ma questi sono solo svergognati e bugiardi.
Perché, usando questi cosiddetti rivoluzionari ed i loro paramilitari, i malgoverni vogliono distruggere la nostra lotta, la nostra resistenza e ribellione attraverso la guerra economica, politica, ideologica, sociale e culturale, distribuendo come strategia nei territori dove ci sono zapatisti, briciole ed elemosine agli affiliati ai partiti, a volte aiuti economici, abitazioni e generi alimentari e progetti, a volte come governi, a volte come partito e a volte come presunte organizzazioni dei diritti umani, ed inoltre usano tutti i mezzi di comunicazione per diffondere le loro bugie, le loro cattive idee, le loro promesse, i loro inganni ben camuffati; tutto questo con l’obiettivo di indebolire la resistenza degli zapatisti allo scopo di dividere, far scontrare e comperare le coscienze della gente indigena e povera.
Noi, zapatiste e zapatisti, non siamo mendicanti ma siamo popoli con propria dignità, determinazione e consapevolezza per lottare per vera democrazia, libertà e giustizia, noi siamo sicuri che da lassù non verrà mai niente di buono per i popoli, non possiamo aspettare che la soluzione dei nostri problemi e bisogni arrivi dai malgovernanti.
E sappiamo chi è stato davvero vicino a noi zapatiste e zapatisti fin dal principio, quel primo di gennaio, e in questi 24 anni di resistenza e ribellione.
Il malgoverno, gli avanguardisti paramilitari e i ricchi non ci lasceranno mai vivere in pace, cercheranno mille modi per distruggere l’organizzazione e le lotte del popolo, perché in questi ultimi anni sono cresciuti a dismisura i crimini, la persecuzione, le sparizioni, gli incarceramenti ingiusti, le repressioni, gli sgomberi, torture ed assassini, come San Salvador Atenco, Guerrero, Oaxaca, Ayotzinapa, ecc., solo per citarne alcuni, e tra comunità e municipi hanno provocato divisioni e scontri e fanno in modo che i problemi non si risolvano con le buone maniere ma solo con la violenza, per questo sostiene, protegge e addestra i gruppi paramilitari, perché i malgoverni vogliono che ci ammazziamo tra fratelli.
Tutto quello che sta succedendo dimostra che non c’è più un governo nei nostri villaggi, municipi, stati e nel nostro paese.
Quelli che si dicono di governare, sono ormai solo ladri che ingrassano alle spalle del popolo, sono criminali ed assassini, sono capoccia, servi e caporali dei padroni che sono i grandi capitalisti neoliberali.
Sono buoni difensori degli interessi dei loro padroni nel saccheggiare le ricchezze naturali del nostro paese e del mondo, come la terra, i boschi, le montagne, l’acqua, i fiumi, i laghi, le lagune, l’aria e le miniere che sono conservate nel seno della nostra madre terra, perché il padrone considera tutto una merce e così ci vogliono distruggere completamente, cioè, vogliono annientare la vita e l’umanità.
Per questo come popoli originari di questo paese che formiamo il Congresso Nazionale Indigeno, abbiamo deciso di compiere un passo e formare il Consiglio Indigeno di Governo e la nostra portavoce María de Jesús Patricio Martínez, che convoca, che informa, che infonde coraggio ed invita tutti i lavoratori della campagna e della città ad organizzarci, ad unirci e a lottare insieme con resistenza e ribellione nei nostri villaggi e nei nostri luoghi di lavoro, nei nostri calendari e geografie affinché così possiamo difenderci dall’idra capitalista che incombe su di noi.
Ma i governi e i padroni che sono i grandi capitalisti, impongono la Ley de Seguridad Interior, cioè, la militarizzazione delle nostre strade, dei nostri villaggi e di tutto il paese.
Ed ancora ci vogliono far credere che è per combattere il crimine organizzato quando in realtà è per tenerci sotto controllo, farci stare zitti, sentirci minacciati, con altra violenza e altra impunità.
Per questo noi zapatiste e zapatisti diciamo che non bisogna assolutamente fidarsi di questo sistema capitalista, perché da centinaia di anni subiamo tutte le sue malvagità senza distinzione di persone né di partito.
Dobbiamo organizzarci e unire tutti i lavoratori delle campagne e delle città, indigeni, contadini, insegnanti, studenti, casalinghe, artisti, commercianti, impiegati, operai, medici, intellettuali e scienziati del nostro paese e del mondo, l’unica strada che ci rimane è quella di unirci di più, organizzarci meglio per costruire la nostra autonomia, la nostra organizzazione come popoli e lavoratori, perché è questa che ci salverà dalla tormenta che si avvicina o che già è su di noi e che spazzerà via tutti e tutte.
In questo compleanno, a 24 anni dalla nostra sollevazione armata sul pianeta terra, oggi vogliamo parlare alle nostre compagne della sexta nazionale e internazionale.
Vogliamo parlare anche alle sorelle del Messico e del mondo.
Quindi, compagne e compagni della sexta nazionale e internazionale.
Sorelle e fratelli del mondo.
Quando diciamo che sono 500 anni di sfruttamento, repressione, disprezzo e depredazione, non stiamo mentendo.
Abbiamo già subito le guerre dei malgoverni e dei ricchi.
Non ci possono dire che è una bugia. Sono stati le nostre trisnonne e trisnonni a versare il proprio sangue e le proprie vite per sfuggire al potere degli sfruttatori che sono i trisnonni di quelli che ora sono al potere. Non ci possono dire che è una bugia, è qui da vedere. Sono i colpevoli che ora stanno distruggendo noi ed anche madre natura.
Non smetteremo di lottare, fino alla morte se è necessario.
Ed oggi abbiamo ancora più voglia di lottare, con le nostre compagne e compagni del Congresso Nazionale Indigeno.
Sosteniamo la nostra compagna Marichuy e le compagne e compagni del Congresso Nazionale Indigeno.
Che vi piaccia o no.
L’abbiamo detto chiaro fin dall’inizio. Ricordo che alla Convenzione Nazionale Democratica, nel 1994 a Guadalupe Tepeyac, abbiamo detto: «Ci facciamo da parte se ci mostrate che c’è un’altra strada per sconfiggere il nostro essere armati”.
E fino ad oggi non ci hanno mostrato un’altra strada per sconfiggere il sistema di morte e distruzione che è il capitalismo.
Quelli che ci stanno mostrando la strada sono le compagne e i compagni del Congresso Nazionale Indigeno, con la compagna Marichuy ed il Consiglio Indigeno di Governo. E li sosteniamo senza smettere di essere quello che siamo.
E non abbiamo vergogna di appoggiarli. Perché sappiamo che non cercano il Potere o le poltrone, ma il loro compito è portare il messaggio che bisogna organizzarci per la vita. È chiaro.
Indubbiamente c’è qualche bugiardo e bugiarda che va dicendo che ormai siamo per la via elettorale. È una vile menzogna e sono persone che sanno leggere e scrivere il castigliano, ma che non leggono o fanno i loro bugiardi inganni. Che peccato, che pena che non hanno comprendonio e nemmeno vergogna.
Nessuno ci toglierà quello che siamo, forse solo quando saremo morte e morti o quando saremo liberi.
Sorelle e fratelli del Messico e del mondo, non fatevi ingannare.
In Messico non c’è più un luogo in cui camminare tranquilli, dovunque ti prendono e ti ammazzano.
Ci sono tante malvagità del capitalismo qui in Messico e nel mondo.
Davvero tante, come ci dicono le compagne del Congresso Nazionale Indigeno e la sua portavoce Marichuy ed il Consiglio Indigeno di Governo.
Ci deridono dicendo che la compagna Marichuy non sa governare, non ci porta a niente. Sorelle e fratelli, a cosa vi hanno portato i governi del PRI e del PAN? Non hanno forse compiuto massacri, corruzioni, cattive decisioni? Dove sta scritto che solo quelli che hanno studiato sanno governare? Non riuscite a vederlo?
Questo è ciò che vuole dirvi la compagna Marichuy quando dice di organizzarci nelle campagne e nelle città, e che ci uniamo indigeni e non indigeni, perché vediamo che cosa ci è successo con questi malgoverni.
Che cosa vi ha dato questo imbecille che ora è al governo? Peña Nieto è il peggior cinico, inetto e svergognato che si ripara dietro altri come lui.
Come fate a non vedere che a loro non succede niente, mentre il popolo sfruttato paga tutto con la propria vita?
Perché vi muovete solo quando accade il peggio? Perché, quelli a cui non succede e si comportano come se non vedessero e non fanno niente, ma poi quando gli capita allora vengono fuori e gridano aiuto, aiutami?
E quando parla la compagna Marichuy, dite che non sa parlare. Ma questo Consiglio Indigeno di Governo non sa niente, così dite.
Il Consiglio Indigeno di Governo vi dice la verità. Non volete la verità? Forse non vi piace. Si vuole che parli di cose belle e regali promesse? Ma quando il dolore busserà alla tua porta, gli risponderai con le promesse?
Sorelle e fratelli indigeni e non indigeni, nessuno lotterà per noi, assolutamente nessuno, ma solo noi stessi.
Svegliamo gli altri popoli sfruttati e svegliamo anche quelli che dicono di avere studiato. Aiutiamo ed appoggiamo la compagna Marichuy ed il Consiglio Indigeno di Governo.
Organizziamoci affinché la Compagna Marichuy ed il Consiglio Indigeno di Governo possano compiere il loro viaggio nel paese, anche se non raggiungerà il numero di firme per essere candidata. Perché non è la firma che lotta, non è quella che ci organizzerà, siamo noi che dobbiamo ascoltarci, conoscerci e da lì si può partire a pensare come organizzarci meglio e che strada seguire.
Nessun altro dirà le parole che pronunciano il Consiglio Indigeno di Governo e la portavoce Marichuy.
Se non ascolterete, sentirete solo rumore, lo stesso rumore di sempre, e poi seguirà la stessa delusione di sempre.
Non permettiamo che ci dicano «poveri indios, aiutiamoli con quello che avanza» proprio come fanno i malgoverni.
Solo con l’organizzazione del popolo della campagna e della città ci saranno libertà, giustizia e democrazia. Se non c’è, avremo solo un mondo come una FINCA CAPITALISTA e questo è già cominciato.
Se c’è qualche donna o uomo che pensa e crede che sia una bugia quello che diciamo dell’idra capitalista, beh, che ce lo spieghi, che ci dica chiaramente dov’è la bugia, perché per quanto vediamo e conosciamo, le cose stanno così. O forse, quello che si vede è che è difficile lottare, organizzare, ma non c’è altra strada.
Sappiamo che è difficile quello che diciamo, ma per caso è lieve e dolce quello che succederà con l’idra capitalista?
No, sorelle, fratelli, sarà orribile, terribile.
Per questo le compagne basi di appoggio zapatiste invitano per l’8 Marzo le compagne del Congresso Nazionale Indigeno e tutte le donne che lottano, le donne che non hanno paura, anche se ce l’hanno ma che bisogna controllare perché sennò è ancora peggio.
Perché loro, le donne zapatiste, le donne del CNI, le donne della Sexta e le donne che lottano in tutte le parti del mondo, ci dicono che dobbiamo organizzarci, ribellarci, resistere.
E questo è quello che ci dicono anche la compagna Marichuy ed il Consiglio Indigeno di Governo.
Dunque, avanti compagna Marichuy, cammina, galoppa, e se necessario corri e fermati e poi continua, non c’è altro modo.
Andate avanti compagne del Consiglio Indigeno di Governo
Avanti compagne del Congresso Nazionale Indigeno.
Siamo sicuri che se i popoli si organizzeranno e lotteranno, otterremo ciò che vogliamo, quello che meritiamo, cioè la nostra libertà. E la forza principale è la nostra organizzazione, la nostra resistenza, la nostra ribellione e la nostra parola vera che non ha limiti né frontiere.
Non è il momento adesso di tirarci indietro, di scoraggiarci o di essere stanchi, dobbiamo essere ancora più fermi nella nostra lotta, mantenere ferme le nostre parole e seguire l’esempio dei compagni e compagne che sono ormai morti: non arrendersi, non vendersi e non cedere.
DEMOCRAZIA
LIBERTÀ
GIUSTIZIA
Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno – Comandancia General dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.
Subcomandante Insurgente Moisés
Da Oventik Caracol II zona Altos de Chiapas, Messico
1 gennaio dell’anno 2018
Traduzione “Maribel” – Bergamo
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