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Palabra del Ejército Zapatista de Liberación Nacional

Oct152016

PAROLE DELLA COMANDANCIA GENERALE DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE IN APERTURA DEL QUINTO CONGRESSO DEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO, NEL CIDECI DI SAN CRISTÓBAL DE LAS CASAS, CHIAPAS, 11 OTTOBRE 2016

PAROLE DELLA COMANDANCIA GENERALE DELL’ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE IN APERTURA DEL QUINTO CONGRESSO DEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO, NEL CIDECI DI SAN CRISTÓBAL DE LAS CASAS, CHIAPAS, 11 OTTOBRE 2016
 
ESERCITO ZAPATISTA DI LIBERAZIONE NAZIONALE
MESSICO
11 ottobre 2016
Compagni e compagne del Congresso Nazionale Indigeno,
Popolo fratello hermano Wirrarikarri,
Popolo fratello Nahua,
Popolo fratello Purépecha,
Popolo fratello Raramuri,
Popolo fratello Cora,
Popolo fratello Mayo Yoreme,
Popolo fratello Tribu Yaqui,
Popolo fratello Popoluca,
Popolo fratello Mixteco,
Popolo fratello Ñahñú, Ñatho,
Popolo fratello Coca,
Popolo fratello Totonaco,
Popolo fratello Mazahua,
Popolo fratello Maya,
Popolo fratello Zoque,
Popolo fratello Tzotzil,
Popolo fratello Tzeltal,
Popolo fratello Chol,
Popolo fratello Tojolabal,
Popolo fratello Mame,
Popolo fratello Binni Zaá
Popolo fratello Chontal.
Popolo fratello Chinanteco,
Popolo fratello Kumiai,
Popolo fratello Cuicateco,
Popolo fratello Matlazinca,
Popolo fratello Mazateco,
Popolo fratello Mee-paa,
Popolo fratello Mixe,
Popolo fratello Nasaquue/Nasa,
Popolo fratello Amuzgo,
Popolo fratello Triqui,
Popoli, nazioni, tribù e comunità di popoli originari che hanno casa nel Congresso Nazionale Indigeno:
Compagni e compagne della Sesta Nazionale ed Internazionale: 
Compagne e compagni della delegazione zapatista al Quinto Congresso del CNI:  
A tutte, tutti, todoas, va il saluto sincero degli uomini, donne, bambini ed anziani che hanno come nome comune quello dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.  
E col saluto, porgiamo il nostro rispetto, la nostra ammirazione, il nostro affetto sincero e senza falsità.  
Per prima cosa vogliamo ringraziare le nostre compagne e compagni del CIDECI-UNITIERRA che come altre volte, in questi giorni ci offrono riparo, cibo e spazio per il nostro ascolto e la nostra parola.  
Compagne, compagni, compañeroas:  
Fratelli e sorelle:
In questi giorni compie 20 anni una luce nata nelle mani dei popoli originari di questa terra chiamata Messico. Quella luce si chiamava e si chiama Congresso Nazionale Indigeno.  
Abbiamo avuto l’onore di essere presenti a quella nascita attraverso la nostra indimenticabile compagna comandanta Ramona, quando insieme, popoli, nazioni, tribù e comunità di popoli originari, abbiamo acceso quella luce.  
Luce di organizzazione, di lotta e lavoro e di un lungo cammino di battaglia in resistenza e ribellione.  
E durante 20 anni di lotta contro il cattivo sistema capitalista ed i suoi governanti, abbiamo ricevuto solo disprezzo, repressione, spoliazione e sfruttamento, prigione, omicidi, sparizioni, inganni e manipolazioni.
In questo anniversario che celebriamo con la parola sorella e compagna, come zapatisti vogliamo riportare alla memoria coloro che ci mancano:  
La nostra scomparsa Comandanta Ramona, Tata Grande Juan Chávez, il Mayor Insurgente honorario Félix Serdán, il compagno Ramiro Taboada, il fratello Efrén Capíz, ed i nomi che assumono le assenze che oggi e sempre ci addolorano: le donne indigene, la gioventù indigena, gli adulti ed anziani originari, i nostri più grandi saggi e sagge, i migranti indigeni, tutti, tutte le desaparecidas, assassinate, picchiate, umiliate, prostituite, dimenticate, oggetto di scherno e disprezzo.
Ed insieme a loro, riportiamo alla memoria anche l’ingiustizia e l’impunità che, come politica di Stato, prendono nome e volto nei 47 assenti di Ayotzinapa. 
Che siedano con noi tutti questi dolori, tutte queste rabbie che ora ci convocano e che ci spronano a pensare di fare qualcosa per chi non c’è e per chi ci sarà. 
Che parlino attraverso le nostre labbra, che ascoltino attraverso i nostri cuori. 
Che vivano nel nostro essere collettivo.  
Che nel nostro pensiero e la nostra azione sappiano di essere accompagnati, che sentano di non essere soli.  
Compagne, compagni, fratelli, sorelle:
20 anni fa abbiamo detto.
In questo sistema capitalista non nascerà ne verrà niente di nuovo per il bene di noi popoli originari del Messico e del mondo.  
Questi capitalisti non cercheranno mai né penseranno mai ad un percorso di cambiamento per una vita migliore per noi popoli, nazioni, tribù e comunità originarie.  
Dal sistema capitalista in cui viviamo non verrà niente di buono per noi popoli poveri delle campagne e delle città.  
Da loro non nascerà quello di cui abbiamo bisogno, quello che vogliamo noi popoli originari del Messico e del mondo.  
Non ci aspettiamo niente da loro, ma solo ingiustizie, sfruttamento e tante malvagità contro noi poveri del mondo.
Non ci sarà niente per noi di quello che vogliamo e di cui abbiamo bisogno nei partiti che ci sono ora né nei cosiddetti nuovi che verranno, perché sono gli stessi che saltano da un partito all’altro.  
20 anni fa abbiamo visto e riflettuto su molte cose.  
Perché le abbiamo già vissute con morti e disperazione per più di 500 anni.  
Questo ci dimostra o ci dice che non abbiamo più niente d’aspettarci da questo cattivo sistema ed i suoi cattivi governanti, e ce lo dimostra e ce lo dice la nostra storia attraverso la vita dei nostri nonni, bisnonni e trisnonni.
Per questo 20 anni fa abbiamo detto che dobbiamo costruire la nostra propria strada, il nostro proprio destino, dove ci siano libertà, giustizia e democrazia.  
Perché non c’è proprio più da fidarsi di questo sistema capitalista in cui viviamo. 
Ci siamo conosciuti nel dialogo, il dialogo che il popolo del Messico ci chiese di aprire col cattivo sistema fatto governo che non rispetta la sua parola.  
È il cattivo sistema che ci ha dimostrato di non fidarci della sua parola che, come vediamo, non rispetta da più di 500 anni.  
Invece ci è servito il dialogo tra di noi comunità, tribù, nazioni e popoli originari, sì, ci è servito, per questo ora siamo il Congresso Nazionale Indigeno.
Parlare tra noi popoli originari è stato ed è molto necessario, oggi più che mai, perché la distruzione che compiono i capitalisti contro la madre terra è diffusa e questo significa che anche noi verremo distrutti, perché viviamo in essa. 
Dialogare tra di noi, ci fa bene, ci aiuta a capire, ci aiuta ad orientarci in molte cose della nostra vita, ma solo lavorando si producono frutti, se non si lavora non ci sono frutti, il lavorare è con i popoli, i frutti sono i popoli che si organizzano, lottano, sforzandosi, sacrificandosi, ogni volta che è necessario.  
Se non svolgiamo questo lavoro, chi lo farà?  
Nessuno verrà, lo sappiamo bene.
Così abbiamo detto. Molte cose abbiamo conosciuto e detto, per esempio, «combattere tra di noi non ci serve». E ancora, «Divisi non abbiamo forza».  
Poiché non basta solo sapere e dire, bisogna guardare a quello che succede nella nostra vita reale: ingiustizia, miseria, disuguaglianza.  
E questo ci impone di organizzarci per ottenere quello che diciamo, o mettere in pratica i passi per correggere e migliorare dove sbagliamo.  
Compagni, compagne del Congresso Nazionale Indigeno, in questi giorni è da 20 anni che alziamo la nostra testa con corpo e anima e diciamo di organizzarci e lavorare per lottare.  
Oggi crediamo che siamo qui proprio per questo, per guardarci, ascoltarci, per dirci cosa abbiamo fatto, come l’abbiamo fatto. Che cosa c’è ancora da fare e come farlo.
Dove abbiamo fallito e come rimediare e migliorare.  
Oggi più che mai abbiamo bisogno di essere uniti, in campagna ed in città.  
La nostra trincea di lotta, lavoro ed organizzazione è dove viviamo noi popoli originari in ogni villaggio e poi in ogni nazione, in ogni tribù, in ogni quartiere. 
Compagne, compagni, compañeroas della Sesta Nazionale ed Internazionale, pensiamo che sia la stessa cosa, la nostra trincea di lotta, lavoro ed organizzazione è dove vivete, in ogni quartiere, in ogni scuola, fabbrica, in ogni ospedale e così in ogni città, municipio e stato.
Questo si ottiene solo lavorando ed organizzandosi lì dove nasce il come, il che fare secondo la situazione in cui viviamo  
Compagni e compagne del Congresso Nazionale Indigeno, oggi più che mai abbiamo bisogno di continuare a lottare come facevano i nostri antenati, Resistenza e Ribellione, ma ora per un cambiamento reale per i poveri della campagna e della città.  
Dobbiamo costruire noi il mondo che vogliamo.  
Compagne e compagni della Sexta del Messico e del mondo.  
Noi sfruttati e sfruttate dobbiamo stare uniti nelle campagne e nelle città e costruire il mondo che vogliamo.  
Pensiamo che a questo dobbiamo dedicare i nostri sforzi, i nostri sacrifici per lavorare ed organizzarsi, per sapere che cosa fare nel momento opportuno.
OGGI NON CI RESTA ALTRO che organizzarci da noi stessi, i popoli originari delle campagne e delle città.
In particolare noi comunità, tribù, nazioni e popoli originari, non abbiamo più dove rifugiarci. Siamo attaccati nelle campagne e nelle città, nessuno avrà dove rifugiarsi.  
Oggi dobbiamo alzare i nostri sguardi, tra noi sfruttati ed organizzarci, lavorare e lottare insieme per essere organizzati in città e campagne.  
Perché in verità noi popoli originari delle campagne e delle città, siamo testimoni che nel sistema capitalista non c’è niente di buono, assolutamente niente per una vita migliore per i popoli originari e per quelli di città.  
Oggi ci vogliono distruggere rendendoci schiavi del capitalismo e contemporaneamente, finire di distruggere la nostra madre terra e la natura.
Oggi dobbiamo studiare ascoltando, guardando, imparando condividendo e praticando, dove e come è male e dove e come è bene, questo deve nascere in noi. 
Come uscire dal male e come fare il bene.  
Studiare le nostre storie passate per non ripetere il male, ma per correggere e migliorare.  
Per quanto potenti siano gli sfruttatori, nessuno potrà sconfiggere un popolo organizzato.  
Dunque, compagne e compagni del Congresso Nazionale Indigeno, compagni, compagne e compañeroas della Sexta del Messico e del mondo, fratelli e sorelle del Messico e del mondo in basso e a sinistra, organizziamoci e lottiamo affinché ci sia un mondo migliore, continuiamo a lavorare e costruire con intelligenza e saggezza.  
Popoli originari del mondo, scienziati del mondo ed artisti del mondo, se ci organizziamo possiamo salvare il mondo e costruire un altro mondo migliore, per questo dobbiamo essere combattenti migliori.  
Mentre ci cerchiamo e parliamo, compagne e compagni del Congresso Nazionale Indigeno, dobbiamo essere d’esempio alle nostre famiglie del Messico e del mondo, perché nessuno lotterà per liberarci se non noi stessi. Ci tocca mostrare la strada.
-*-
Compagne, compagni, compañeroas, fratelli, sorelle: 
Che ascolti chi vuole ascoltare.  
Che capisca chi vuole capire.  
Perché è l’ora che questi suoli tornino ad essere seminati con il passo dei popoli originari.  
È ora che questi cieli tornino a meravigliare con tutti i colori che siamo del colore della terra.  
È ora che il cuore collettivo che siamo, si faccia ancora più grande. Che sia casa, consolazione e incoraggiamento alla lotta per chi si crede solo e senza via d’uscita.
E l’ora dei nostri popoli, delle nostre nazioni, delle nostre tribù, delle nostre comunità.  
Ora è il momento di ricordare al Prepotente, ai suoi capoccia e capetti, chi ha partorito questa Nazione, chi fa funzionare le macchine, chi crea il cibo dalla terra, chi costruisce gli edifici, chi fa le strade, chi rivendica le scienze e le arti, chi immagina e lotta per un mondo così grande dove ci sia sempre un posto dove trovare cibo, rifugio e speranza.  
Ascoltate bene, intendetelo:
Adesso è l’ora del Congresso Nazionale Indigeno.  
Che al suo passaggio la terra tremi.  
Che nel suo sogno il cinismo e l’apatia siano sconfitti.  
Che nella sua parola si levi quella di chi non ha voce.  
Che nel suo sguardo si illumini l’oscurità.  
Che nel suo ascolto trovi casa il dolore di chi si crede solo.  
Che nel suo cuore trovi consolazione e rassicurazione la disperazione.  
Che con la sua sfida stupisca di nuovo il mondo.
-*-
Grazie Congresso Nazionale Indigeno.  
Grazie per il suo esempio.  
Grazie per non vendersi.  
Grazie per non arrendersi.  
Grazie per non tentennare.  
Grazie per il suo passo fraterno, per il suo attento ascolto, per la sua generosa parola.
E diciamo forte che la nostra lotta è per la vita.
Per questo viviamo, per questo moriamo, e per questo diciamo:
CHE SEMPRE VIVANO LE COMUNITÀ, TRIBÙ, NAZIONI E POPOLI ORIGINARI DEL MESSICO E DEL MONDO!
CHE SI ACCENDA DI NUOVO IL COLORE CHE SIAMO DELLA TERRA!
CHE UNA VOLTA ANCORA SI LEVI LO SGUARDO ED IL PASSO DEL CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO E DI TUTTI NOI CHE SIAMO CON LUI!
Grazie per il vostro ascolto, parola e cuore.
Dal CIDECI-UNITIERRA, Chiapas, Messico.
A nome degli anziani, bambini, donne e uomini dell’esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
Subcomandante Insurgente Moisés
il giorno 11 ottobre dell’anno 2016
 
Traduzione “Maribel” – Bergamo
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