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Palabra del Ejército Zapatista de Liberación Nacional

May152015

Comandanta Rosalinda. 6 maggio

Comandanta Rosalinda

Buona sera, compagni e compagne, fratelli e sorelle.

Come ha appena spiegato la compagna Comandanta Miriam, è tutto vero. Siamo state maltrattate, umiliate, disprezzate perché noi stesse non sapevamo se avevamo il diritto di organizzarci, di partecipare, di fare tutti i tipi di lavoro, perché nessuno ci spiegava come fare per organizzarci per uscire da quello sfruttamento.

Perché a quei tempi vivevamo nell’oscurità perché non sapevamo niente, ma è arrivato un giorno in cui alcune compagne furono reclutate nella clandestinità, e quelle reclutate ne reclutatono altre villaggio per villaggio.

Poi arrivò il momento di nominare una compagna responsabile localmente di ogni villaggio. Io fui nominata responsabile locale del mio villaggio. È lì dove ho cominciato ad organizzare le riunioni per portare informazioni al villaggio, poi a fare riunioni con le compagne del villaggio per spiegare loro come organizzarsi nei lavori collettivi, e spiegare anche che era necessario che ci fossero compagne miliziane, insurgentas.

I padri e le madri capivano e mandavano le loro figlie a fare le miliziane, ad essere insurgentas. E quelle compagne svolgevano il loro compito con entusiasmo perché capivamo cosa è lo sfruttamento del cattivo sistema. Così è cominciata la partecipazione delle compagne.

Indubbiamente non è stato per niente facile, ma a poco a poco abbiamo imparato e siamo andate avanti fino ad arrivare al ’94, quando siamo usciti alla luce pubblica, quando non abbiamo più sopportato il maltrattamento dei dannati capitalisti. Lì abbiamo capito che era vero che avevamo lo stesso valore e forza degli uomini, perché abbiamo affrontato il nemico senza paura. Per questo siamo pronte a tutto contro il sistema capitalista.

Poi sono diventata responsabile regionale, ed il responsabile regionale è fare riunioni nelle regioni con le compagne responsabili locali, per portare informazioni al villaggio ed alle compagne per organizzarsi meglio. Andiamo anche nei villaggi per organizzare altri responsabili locali, per far capire alle altre compagne che la partecipazione delle donne è necessaria.

A poco a poco abbiamo perso la paura e la vergogna, perché abbiamo capito di avere il diritto di partecipare a tutte aree di lavoro. Poi ci siamo rese conto che per fare una rivoluzione non bastano solo gli uomini, la devono fare uomini e donne insieme.

È tutto, compagne, compagni.

Traduzione “Maribel” – Bergamo

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