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Palabra del Ejército Zapatista de Liberación Nacional

Feb222013

LORO E NOI VII.- Le/I più piccol@ 1.

LORO E NOI

 

VII.- Le/I più piccol@ 1.

1.- Imparare a governare e governarci, ovvero, a rispettare e rispettarci.

Febbraio 2013

Nota: i quaderni di testo che sono parte del materiale di supporto del corso “La Libertà secondo le/gli zapatisti”, sono il risultato delle riunioni realizzate dalle basi di appoggio zapatiste di tutte le zone per valutare i lavori dell’organizzazione. Compagne e compagni tzotzil, chol, tzeltal, tojolabal, mam, zoque e meticci, provenienti dalle comunità in resistenza dei 5 caracol, si sono posti tra loro domande e risposte, hanno scambiato le proprie esperienze (che sono diverse da zona a zona), hanno criticato, hanno fatto autocritica ed hanno valutato i progressi e quello che c’è ancora da fare. Le riunioni sono state coordinate dal nostro compagno Subcomandante Insurgente Moisés e sono state registrate, trascritte ed elaborate per la redazione dei quaderni di testo.

Poiché in queste riunioni le/i compagn@ hanno condiviso i loro pensieri, le loro storie, i loro problemi e le possibili soluzioni, loro stessi hanno battezzato questo processo: “la condivisione”.

Questi sono alcuni frammenti estratti dalla condivisione zapatista:

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(…)

Siamo qui per condividere le nostre esperienze, una delle quali, come zapatisti, è come governiamo insieme, governiamo collettivamente. Che esperienza si può condividere del modo in cui si governa insieme, collettivamente?

Il modo in cui stiamo lavorando è non separarsi dal popolo. Così come facciamo sempre in questioni di regolamenti o di pianificare le attività, il lavoro, l’informazione deve arrivare alle persone, le autorità devono essere presenti nel pianificare le attività, nel fare le proposte.

(…)

Stiamo lavorando su alcune cose e riteniamo, come parte degli obblighi del governo autonomo, suo dovere assistere ogni persona che si presenti nei suoi uffici per varie questioni, che si risolva o no il suo problema, la persona deve essere ascoltata. Che sia, zapatista o non zapatista, così lavoriamo, a patto che non sia gente del governo o mandata dal governo, perché queste persone non sono accolte né assistite. Se non sono del governo, ma di qualsiasi organizzazione sociale, allora sono assistite. Lavoriamo sempre attenti a rispettare i sette principi del «comandare ubbidendo», perché pensiamo che dobbiamo farlo così, è un dovere, per non commettere gli stessi errori che commettono le istanze del malgoverno e non riprodurre le loro stesse modalità, quindi, quello che ci guida sono i sette principi.

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Nel primo Aguascalientes costruito a Guadalupe Tepeyac la nostra organizzazione fece il primo passo nel nostro modo di far valere i nostri diritti. Questo Aguascalientes era un centro culturale, politico, sociale, economico, ideologico, ed Ernesto Zedillo pensò che col suo smantellamento, a seguito dell’offensiva scatenata dopo il suo tradimento, avrebbe distrutto politicamente la nostra organizzazione. Ma è stato il contrario, perché in quello stesso 1994 furono aperti altri cinque Aguascalientes.

(…)

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Una volta stabilita la sede nei municipi, si sono cercati i nomi da dare loro. Il primo municipio autonomo è La Garrucha e si chiama Francisco Gómez; l’altro municipio è San Manuel, che è Las Tazas; Taniperlas si chiama Ricardo Flores Magón; San Salvador, Francisco Villa. Tutti i nomi sono stati scelti in onore dei compagni: Francisco Gómez, che tutti conosciamo perché è il compagno che ha dato la vita per la causa per cui ci battiamo, di cui ci ha parlato il compagno morto in combattimento ad Ocosingo il primo gennaio. San Manuel in onore del compagno Manuel, fondatore della nostra organizzazione. Ricardo Flores Magón, perché sappiamo che è stato un attivista sociale passato alla storia. E Francisco Villa, perché è il rivoluzionario che tutti conoscono. Una volta formati i nostri municipi, gli accordi sono stati tutti presi in un’assemblea comunitaria ed i loro nomi sono stati decisi nell’assemblea regionale. Compas, adesso altri compagni e compagne spiegheranno altre cose.

(…)

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I problemi si sono presentati fin dal principio, [incomprensibile], come il problema dell’alcolismo: com’è questo problema adesso nella vostra zona?

Compagno, a quei tempi, all’inizio del 1994, appena iniziata la guerra, alcuni avevano molta paura. Con la guerra tutti ci siamo messi assieme per partecipare alla guerra. Alcuni l’hanno fatto coscientemente ma altri l’hanno fatto per paura, e chi l’ha fatto per paura non faceva bene il suo lavoro, e allora cosa faceva? Anche se avevamo l’ordine di non bere, c’era chi lo faceva di nascosto. Cosa facevamo? Noi non lo punivamo, per questo c’era la commissione degli anziani, incaricati di parlargli e spiegargli il danno che provoca a sé stesso. Allora, praticamente chi ubbidisce va avanti e chi non ubbidisce viene cacciato. Questa è la risposta.

(…)

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Gobierno Autónomo I

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Compagni e compagne, buon pomeriggio a tutti. Io vengo da un villaggio che si chiama ____, che appartiene al municipio Francisco Villa. Rappresento la Giunta di Buon Governo, sono stato Consigliere dal 2006 al 2009. Vi spiegherò le cause che hanno portato al nostro impegno, ancora non tocca a me spiegare quando abbiamo cominciato nell’anno 1994, vi racconterò un po’ come abbiamo cominciato poco prima del 1994. Prima, ’91, ’92, qual’è stata la causa della sollevazione armata? La causa è stata la dominazione, l’emarginazione e l’umiliazione, le ingiustizie e le norme o leggi dei malgoverni e dei proprietari terrieri sfruttatori. I nostri genitori e nonni non erano considerati, soffrivano e non avevano terra da coltivare per mantenere i figli. Così le comunità zapatiste hanno cominciato ad organizzarsi ed hanno detto «basta con questa umiliazione». Allora si sono sollevate in armi, incuranti del buio e della fame.

Così ci siamo andati formando ed abbiamo visto che organizzati, uniti, potevamo e possiamo fare di più. Poi, dopo la nostra sollevazione, abbiamo studiato come andare avanti ed abbiamo formato le nostre autorità autonome in ogni municipio. Per questo siamo qui riuniti tutti insieme per parlare e condividere come abbiamo cominciato a far funzionare i nostri governi autonomi; perché vi parlo di questo? Perché credo che è da lì che abbiamo cominciato e progredito fino ad arrivare fino a dove siamo adesso. E per parlarvi di dove siamo adesso do la parola al compagno ___ che spiegherà come lavoriamo oggi nei nostri municipi e nelle Giunte di Buon Governo. È tutto, compagni.

Compagni, come ha detto il compa, ora ci parlerà il compagno ____, che è stato il fondatore del nostro governo autonomo nel Caracol III, a La Garrucha, insieme a coloro che sono state le prime autorità. Ora condivideranno con noi come hanno fatto, come erano, come hanno cominciato e come siamo adesso che siamo arrivati fino a qui.

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(…)

Come mi è capitato già di raccontarvi, più o meno un mese dopo l’inizio delle nostre funzioni un’organizzazione che si chiama CIOAC [di filiazione perredista] ha sequestrato un compagno con il suo camion, e ci siamo quindi visti obbligati a denunciarlo, ma non avevamo idea di come scrivere una denuncia. Membri della Giunta di Buon Governo e consiglieri municipali abbiamo messo insieme le nostre parole, una o due parole, per fare questa denuncia, in squadra, ognuno con le sue parole, e così abbiamo formulato una denuncia. E così abbiamo svolto lavori come segretario, come cuoco, come spazzino, perché dovevamo fare le pulizie nei nostri uffici e in tutta la nostra zona di lavoro, e non c’è chi svolge in particolare questi compiti, e così li facciamo tutti noi e così continuiamo a fare.

(…)

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Gobierno Autónomo I

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(…)

Così abbiamo lavorato e siamo arrivati al 2003, con la formazione delle Giunte di Buon Governo. Siamo arrivati alle giunte di buon governo in questa zona, ma allora non sapevamo se il direttivo dell’associazione dei municipi un giorno sarebbe diventato autorità e governo. Ma nel 2003, quando nascono le Giunte di Buon Governo, il popolo e l’associazione dei municipi decidono che quegli otto compagni, membri del Direttivo dell’Associazione dei Municipi, sarebbero diventati autorità della Giunta di Buon Governo. E quegli otto compagni sono quelli che entrano in carica nella Giunta di Buon Governo, nel primo periodo della Giunta di Buon Governo, che è andato dal 2003 al 2006.

Così sono nate le giunte, nelle stesse condizioni e senza una sede adeguata. Giorni prima che fosse resa pubblica la nascita delle Giunte di Buon Governo, le comunità costruirono nel centro del Caracol, in tutta fretta, una sede per la Giunta di Buon Governo ed una sede per ognuno dei municipi autonomi. Sono state costruite con il materiale disponibile in quei momenti, si è cominciato con legno usato, lamiere usate ed in meno di una settimana sono state tutte realizzate. Così si comincia, gli uffici sono pronti, arriva l’agosto del 2003 e diventano pubbliche; dopo la loro pubblicizzazione, le comunità si riuniscono, orgogliose di aver creato una nuova istanza di governo autonomo. Con una grande festa stabiliscono formalmente il nuovo governo autonomo, consegnando gli uffici col materiale a disposizione.

Possiamo dire che non era molto, ma la comunità ha dato alla Giunta di Buon Governo un tavolo e due sedie, questo era tutto il materiale, ed un locale un po’ più piccolo di questo in cui ci troviamo ora. Giorni dopo, qualcuno ha regalato una macchina da scrivere vecchissima e con quella si è cominciato a lavorare. Partendo da un locale vuoto abbiamo avviato delle iniziative di lavoro e sistemato lo spazio.

(…)

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Come potete vedere, nella zona in cui lavoriamo esistono diversi modi di essere, di vestire, differenti colori, diverse credenze, differenti modi di parlare, ma si rispetta il compagno e la compagna, indipendentemente da com’è. L’unica cosa che ci interessa è la volontà di lavorare e le sue capacità, e non ci importa di com’è.

(…)

-*-

(continua…)

In fede.

Dalle montagne del Sudest Messicano

Subcomandante Insurgente Marcos

Messico, Febbraio 2013

 

Ascolta e guarda i video che accompagnano questo testo: testo e video

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(Traduzione «Maribel» – Bergamo)

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