Vi avevamo detto che avremmo trovato il modo di sostenervi per fare in modo che, anche voi, sosteniate la resistenza e la ribellione di tutti coloro che sono perseguitati e separati da muri, ecco, abbiamo già un piccolo anticipo.
È pronta la prima tonnellata di caffè zapatista per la campagna «Di fronte ai muri del Capitale: la resistenza, la ribellione, la solidarietà e l’appoggio dal basso e a sinistra”.
È caffè zapatista al 100%. Coltivato in terre zapatiste da mani zapatiste; raccolto da zapatisti; essiccato sotto il sole zapatista; macinato in una macchina zapatista; il mulino zapatista si è rotto per colpa di zapatisti; è stato aggiustato da zapatisti (era un balero non-zapatista); poi impacchettato da zapatisti, etichettato da zapatisti e trasportato da zapatisti.
Questa prima tonnellata è stata ottenuta con la partecipazione dei 5 caracol, con le loro Giunte di Buon Governo, i loro MAREZ e i collettivi delle comunità, ed è già al CIDECI-UniTierra di San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, Messico ribelle.
Questo caffè zapatista è più buono se lo si beve lottando. Ecco qui un piccolo video che hanno fatto i Tercios Compas dove si vede il processo: dalla piantagione di caffè, fino al magazzino.
Stiamo anche smistando e imballando le opere con cui le/gli zapatist@ hanno partecipato all’ultimo CompArte, vi manderemo anche quelle per sostenere le vostre attività.
Speriamo di poterlo consegnare durante l’evento di aprile affinché il tutto possa muoversi verso i vari angoli del mondo dove si trova la Sexta, vale a dire, dove ci sono resistenza e ribellione.
Speriamo che con questo primo sostegno possiate iniziare o continuare il vostro lavoro di appoggio a tutt@ le/i perseguitat@ e discriminat@ del mondo.
Forse vi chiederete come il tutto arriverà dalle vostre parti. Beh, nello stesso modo in cui è stato prodotto, e cioè, organizzandosi.
In altre parole, vi chiediamo di organizzarvi non solo per questo, ma anche e soprattutto per fare attività di sostegno a tutte quelle persone che oggi si ritrovano perseguitate per il semplice fatto di avere un colore della pelle, una cultura, un credo, un’origine, una storia, una vita.
E per ora non è tutto: ricordatevi sempre che bisogna resistere, bisogna ribellarsi, bisogna lottare, bisogna organizzasi.
Ah, e chiediamo come si dice cuesta cosa che vogliamo dire, ma in modo che lo capisca quello là:
¡Fuck Trump!
(e finalmente anche gli altri -vale a dire i Peña Nieto, Macri, Temer, Rajoy, Putin, Merkel, May, Le Pen, Berlusconi, Jinping, Netanyahu, al-Asad, e metteteci come si chiama o come si chiamerà il muro da abbattere, in modo che tutti i muri ricevano il messaggio-).
(Vale a dire che è la prima di varie tonnellate e la prima di una serie di mentadas (sferzate) -che non sono alla menta-).
Ecco il video dei tercios compas che accompagna il comunicato. Con la canzone “Somos sur”, testo e musica di Ana Tijoux, accompagnata da Shadia Mansour