Mar092015
GRAZIE II IL CAPITALISMO DISTRUGGE. I POPOLI COSTRUISCONO. Subcomandante Insurgente Moisés
GRAZIE II
IL CAPITALISMO DISTRUGGE. I POPOLI COSTRUISCONO.
Subcomandante Insurgente Moisés
Parole della Comandancia Generale dell’EZLN, per voce del Subcomandante Insurgente Moisés, a La Realidad Zapatista. Consegna della Scuola Autonoma Zapatista “Compañero Galeano” e della Clinica Autonoma 26 de Octubre “Compañero Subcomandante Insurgente Pedro“, alle basi di appoggio zapatiste il 1° marzo 2015.
Buongiorno a tutti, compagni e compagne di questa zona, di questo Caracol della Realidad, zona Selva di Confine.
Oggi siamo qui con voi, compagni, compagne di questa zona, per fare una consegna nelle mani dei compagni e compagne basi di appoggio di questa comunità zapatista La Reaidad, Nueva Victoria, nome di battaglia dato dall’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale.
Compagni e compagne, dobbiamo dire che ognuno di noi zapatisti ancora soffre, ma non solo gli zapatisti del Messico, ma del mondo intero, perché manca il compagno il cui nome è stato dato a questa opera: il compagno Galeano.
Questa costruzione è il frutto del lavoro, dell’impegno e dell’organizzazione dei compagni e compagne della Sexta internazionale e della Sexta nazionale. Questa è la dimostrazione di quello che siamo noi zapatisti del Messico e del mondo.
Quello che siamo realmente, quello che pensiamo, vogliamo, è la vita e non che ci uccidano.
Ma il sistema capitalista distrugge sistematicamente quello che il popolo costruisce. Ma il popolo non smette di costruire, perché è la sua vita. Il sistema distrugge perché sa che un giorno il sistema stesso sarà distrutto, perché è un sistema di sfruttamento, di umiliazione. Non è vita quella che costruisce il capitalismo, a noi poveri non lascia niente, oltre a quello che costruiamo noi stessi, popoli, uomini e donne che lottiamo, nessuno altro.
Lo diciamo qui, sul luogo della costruzione, quello che siamo, nel villaggio del compagno Galeano, maestro della Scuola zapatista, sergente nella lotta, miliziano nell’organizzazione, autorità nella vita, per noi un esempio.
Il capitalismo vuole distruggere questo esempio e noi non lo permetteremo.
Vogliamo dire chiaro qua, di fronte a questa gente, a quelli che non stanno con noi: noi non siamo contro di loro. Vogliamo rispetto, loro lo sanno. Abbiamo detto: se ci rispettano anche noi li rispettiamo, non vogliamo ammazzare povera gente. Ma se loro cedono, sappiano che stanno al fianco del criminale, dello sfruttatore, dell’assassino, che è il capitalismo.
Diciamo chiaramente alla gente che non è d’accordo con noi: a noi non fa niente se non sono d’accordo con noi, perché un giorno questo sarà per loro, forse ora non lo vedono perché molti hanno cinquanta o sessanta anni, ma il frutto di quello che noi stiamo costruendo lo vedranno i loro figli e le loro figlie.
Lo diciamo con tutto il cuore e sinceramente: lottiamo per il popolo del Messico, e forse siamo un esempio per il mondo. Vogliamo che sia chiaro che quello che vogliamo è la vita. L’abbiamo già detto riguardo ai soldati, per esempio, i poliziotti, stiamo lottando anche per loro, perché sappiamo che sono povera gente, per povertà vendono il loro corpo, la loro vita, la loro anima, il loro sangue, le loro ossa, la loro carne; si vendono ed il capitalismo li compra per difendersi. Non vediamo mai un ricco, il figlio di un ricco che va a fare il soldato, che viene qui e ci affronta, certo, ci sono anche i figli dei ricchi ma sono generali che sfruttano i propri soldati.
Lo sappiamo, è questo il trucco del ricco con noi povera gente del Messico, ci comprano con dei regali affinché crediamo che il governo è buono. Non è mai buono il malgoverno del sistema capitalista, non è mai buono, mai e poi mai i ricchi sono buoni. Un semplice esempio, se perfino tra noi stessi, familiari, fratelli, sorelle, o zii, zie, a volte litighiamo pur essendo figli degli stessi papà e mamma, come possiamo credere a quello che dicono i ricchi, come possiamo credere che sono buoni, non li conosciamo. Per esempio adesso con le elezioni, cosa sappiamo dei candidati?
Vogliamo che sia chiaro: non abbiamo niente contro i nostri fratelli, quelli che vogliono essere nostri fratelli di lotta. Se vogliono bene, altrimenti, non c’è problema. Ma come diciamo che non c’è problema, così diciamo che non ci creino problemi. Chi la fa, l’aspetti. E vale anche per noi zapatisti, se noi provochiamo, dobbiamo aspettarcela. Per questo diciamo chiaramente: noi non provochiamo, perché non abbiamo niente contro quelli, quelle, che non vogliono lottare con noi.
Ci dispiace e ci rattrista perché sono ingannati, sfruttati, umiliati. Non insegnano niente ai loro figli e figlie per il loro futuro. A noi zapatisti importano i nostri figli e le nostre figlie, vogliamo mostrare loro la strada dove non ci sia più lo sfruttamento, l’umiliazione, dove noi possiamo governarci da soli.
Dunque, compagni, compagne, la costruzione che stiamo inaugurando è il frutto, è il risultato di quello che siamo per i nostri compagni e compagne della Sexta, ma perfino per altri fratelli e sorelle del Messico e del mondo che ancora non sono entrati nella lotta della Sexta, ciò a cui convoca la nostra Sesta Dichiarazione, ma che ci stanno appoggiando col cuore.
Forse, sul cammino, se ne accorgeranno e verranno con noi a lottare, ma è qui la parte dell’impegno, della lotta, dell’organizzazione di quei fratelli e sorelle, del Messico e del mondo che non sono della Sexta.
Ma la maggior parte dell’impegno, del sacrificio e dell’organizzazione è dei compagni della Sexta nazionale ed internazionale.
Qui stiamo dimostrando che quando il popolo si organizza non è necessario il sistema capitalista, non è necessario un sistema dominante, che umilia. Qui l’esempio è nei fatti. Il capitalismo, il malgoverno di questo paese, ha ordinato di distruggere la scuola autonoma dei compagni basi di appoggio. Distruggetela, è molto facile da buttare giù, distruggete anche la clinica, …..(incomprensibile).
E questo è il risultato, il risultato dell’impegno e dell’organizzazione dei nostri compagni e compagne della Sexta nazionale ed internazionale, ed è molto meglio quello che ha costruito la povera gente del Messico e del mondo.
Allora che sia chiaro, questa è la dimostrazione che ai nostri compagni e compagne della Sexta nazionale ed internazionale importa la lotta per la vita.
Quello che ci fa male è che questa costruzione è costata molto cara perché la vita del nostro compagno maestro, il compagno Galeano, non vale questo edificio. La vita del nostro compagno non ha prezzo. Ma, purtroppo, il malgoverno, i tre livelli di malgoverno e la gente che si vende e che non pensa ai propri figli, hanno fatto quello che hanno fatto al nostro compagno Galeano.
Quello che vogliamo dire qui, perché arrivi in tutto il mondo, vogliamo dire ai nostri compagni e compagne della Sexta internazionale e della Sexta nazionale: non organizziamoci, non facciamo una cosa quando un compagno o una compagna sono ormai morti.
Dobbiamo organizzarci senza aspettare quello che può succedere. Dimostriamo che il sistema capitalista, i malgoverni non servono.
Costruiamo quello di cui c’è bisogno anche se non ci sono morti, perché noi non vogliamo che ci siano, ma è quello che vuole il fottuto sistema capitalista.
E vogliamo dire ancora una volta che noi non proviamo odio per la povera gente, quello che non vogliamo è lo sfruttamento.
Vogliamo dire che bisogna aiutare altri compagni e compagne, non solo nelle zone zapatiste, ma dobbiamo aiutare anche altri compagni.
E’ così che dimostriamo che non solo siamo organizzati, ma che l’organizzazione si dimostra facendo coi fatti quello che diciamo.
Vorremmo dirvi molte altre cose, compagni, ma nei prossimi giorni lavoreremo qui con voi. Adesso siamo qua per consegnare ai compagni basi di appoggio dell’Esercito Zapatista questa costruzione, l’edificio che ci hanno permesso di costruire i nostri compagni e compagne della Sexta.
Questo edificio è del popolo. Il popolo deve pensare, decidere come usarlo, perché sarà d’esempio per altri compagni e compagne.
Quello che è difficile, e che non mi entra in testa, è che dovrebbe essere qui presente il compagno Galeano.
Non è più con noi e sappiamo di chi è la colpa, e la domanda che facciamo a chi ha fatto quel che ha fatto (a quelli che hanno fatto quel che hanno fatto al compagno Galeano), quanti milioni di pesos doveva alle persone che l’hanno assassinato? Che cosa ha rubato loro il compagno Galeano perché gli facessero quello che hanno fatto? Queste domande non hanno risposta. Non c’è risposta perché in realtà non ha rubato nulla. Il compagno non ha mai rubato e non doveva loro niente. Al contrario, loro devono a noi.
Per questo noi non abbiamo niente contro. Se ci vogliono rispettare che ci rispettino, ma anche noi zapatisti dobbiamo rispettare, così si vede chi è che comincia.
Perché noi zapatisti dobbiamo pensare a quei bambini e bambine, e per questo vogliamo dire loro per lo meno che pensino ai loro bambini. Loro sanno cos’è successo nel 1994. Qualunque cosa decida il malgoverno, l’esercito esegue, loro lo sanno, non valgono niente quelle credenziali che dicono di avere. Non serve niente, tutti vengono accusati di essere zapatisti, lo sanno, e vogliamo ricordarglielo.
Per questo chiediamo loro di ascoltare il loro cuore, di pensare con la propria testa, di pensarci. Non c’è posto dove andare, a meno di fuggire, ma è la morte che incontreranno fuggendo. Tanto vale restare qui, vivere qui e rispettare le persone, da cristiani, come si dice. Lo capiscono perfino i nostri animali, che sono animali, noi non siamo animali, siamo uomini o donne, ragazze o ragazzi, abbiamo un cervello.
Quel poco che ora ricevono gli indigeni in Chiapas, quello che il malgoverno dà loro, è perché il malgoverno non vuole che questi uomini e donne si organizzino, dà loro affinché non pensino mai di organizzarsi e lottare. E’ questo il problema principale perché così permettono che i loro figli siano sfruttati, umiliati, calpestati.
È quello che noi zapatisti non vogliamo, per questo non accettiamo niente dal malgoverno, perché non vogliamo più questo sistema. Il sistema capitalista non ci può distruggere. Stiamo parlando del capitalismo, con i suoi migliaia di eserciti non ci può distruggere. Da qualche parte si dice che ormai gli zapatisti sono pochi, ma è solo una bugia del governo. Ed invece di fare tanti discorsi, noi lo dimostriamo nei fatti.
Continueremo a ricordare il nostro compagno Galeano.
Dunque, compagni e compagne, di questa zona del caracol della Realidad, a nome dei compagni e compagne della Sexta nazionale ed internazionale consegno questo edificio per il bene dei nostri compagni e compagne di questo villaggio, La Realidad, affinché comincino a lavorarci i compagni promotori, compagne promotrici di salute e di educazione.
Questo edificio è di tutti noi, ci pensino bene se vogliono distruggerlo di nuovo. Ma chiediamo che non lo distrugga la gente di qua, che sia il malgoverno a farlo. Signore e signori, non fatevi usare dal malgoverno per venire qui a distruggerlo, perché anche voi siete povera gente come noi, lo sapete bene.
Non prestatevi, non vendetevi, perché la vita non si compra e non si vende. Che venga qui il malgoverno e che lo faccia lui. Com’è quella preghiera che recitano nella loro chiesa o nel tempio? Che bisogna amarsi gli uni con gli altri, dice. E com’è? Pensateci, signori e signore, non fate come il malgoverno che dice una cosa e ne fa un’altra, non siate così signori e signore. Che barzelletta è se fanno il contrario di quello che predicano? Noi non vogliamo più tutto questo, che si dica una cosa e se ne faccia un’altra.
Il risultato di avere compagni e compagne che sono con noi nella lotta, è quello che stiamo consegnando oggi, primo di marzo. Quindi, consegno formalmente la costruzione oggi, Primo di marzo, domenica, dell’anno 2015, alle ore 10 e 34 minuti, ora sudorientale.
Grazie compagni e compagne.
Dalle montagne del sudest messicano.
Per il Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno-Comandancia Generale dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale
Subcomandante Insurgente Moisés
La Realidad zapatista, Messico, Marzo 2015
Foto a cura de Los Tercios Compas.
SEZIONE “DAL QUADERNO DI APPUNTI DEL GATTO-CANE”:
.- Non è la stessa cosa cercare un uomo provvidenziale che ci salvi, che cercare di organizzarsi uomini, donne, otroas, per salvarsi in maniera collettiva. Delegare ad un altro quello che è responsabilità propria è, quanto meno, irresponsabile.
.- Attento avviso: Sei depresso perché i candidat@ del PRI e dell’opposizione ti provocano nausea? Ti terrorizza che, di fronte alla TV, non saprai se sei sul canale del congresso o sul canale comico? Triste perché nessuno ti blocca, ti unfollowea, ti chiede un panino? Stai male! Tuitta qualcosa come questa e vedrai che la vita ti sorriderà… ok, ti fa le smorfie, ma è qualcosa, no? Vai:
Le elezioni stanno alla trasformazione sociale come l’omeopatia alle pandemie: costano ed intrattengono, ma non risolvono la cosa fondamentale.
In Messico, la differenza tra un voto ed una barca è che il primo è molto più caro… ed è più utile la seconda.
Perdi peso: dopo aver mangiato, leggi le proposte dei partiti. Idratati dopo il vomito. Garantito. Brevetto dell’INE.
.- Tips per turisti stranieri: in Messico le quesadillas possono non avere formaggio, i politici non avere cervello e la ragione non avere peso. Ecco.
(continua..)
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