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Palabra del Ejército Zapatista de Liberación Nacional

Feb232013

LORO E NOI VII.- Le/I più piccol@ 2.- Come si fa?

LORO E NOI

VII.- Le/I più piccol@ 2.

2.- Come si fa?

 

Febbraio 2013

Nota: Compas, in un’altra occasione (se ci sarà l’opportunità) spiegheremo com’è organizzato il nostro EZLN. Ma adesso non vogliamo distrarvi dalla «Condivisione«. Vi diciamo solo che incontrerete una cosa come «Commissione di Informazione». Questa Commissione è formata da compagne e compagni, comandanti (il CCRI o Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno) che verificano i lavori dell’autonomia, supportano le Giunte di Buon Governo e tengono informate le basi di appoggio zapatiste su come va tutto l’insieme.

Ecco, dunque, altri frammenti della «condivisione» zapatista:

-*-

(…)

Noi lavoriamo così. Qualcuno ha chiesto: come si risolvono i problemi? Sì, ci sono stati problemi nel municipio. Problemi di terra, problemi di minacce, problemi di luce, i problemi ci sono e credo che ce ne siano in tutti i villaggi, perché non ci siamo soltanto noi basi di appoggio, e ce ne sono di più quando viviamo in villaggi filo-governativi dove ci sono i nemici, quelli che governano, dove ci sono i paramilitari, a causa di questi ci sono problemi. Ma dobbiamo trovare il modo di governare, anche se imparare è davvero duro perché, come dicevano alcuni compagni, non ci sono istruzioni. Non c’è un manuale scritto cui riferirsi, ma dobbiamo ricordare come facevano i nostri antenati che non erano nominati dagli organi ufficiali, ma dal popolo che loro servivano senza alcuno stipendio. La corruzione, il malaffare sono cominciati quando è arrivato lo stipendio.

Per il poco che sono stato nel mio villaggio, nel mio municipio, è in questo modo che ho potuto servire benché, come ho detto, abbiamo ancora molto da imparare, indipendentemente dall’età. Continuiamo ad imparare con tutti e tutte. Credo che questo riguardi tutti i livelli, così come i commissari, gli agenti hanno la loro funzione da svolgere ma devono ancora imparare come risolvere un problema. Sì, non siamo preparati, perché noi contadini siamo esperti della campagna, la nostra legge è il machete, la lima e il pozol. Non so se faccio male a dirlo, compagni, ma questo è quello che voglio condividere con voi.

(…)

-*-

(…)

Abbiamo fatto tante riunioni e preso molti accordi, non solo una volta, e ci siamo resi conto che è un lavoro pesante, non è facile farlo. Perché? Perché, come ho detto poco fa, non abbiamo un manuale, non abbiamo un libro da seguire; abbiamo lavorato col nostro popolo.

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(…)

Compagni, è di questo che stiamo parlando e non mi manca molto per concludere. Dicevamo del modo in cui vogliamo svolgere il lavoro. Molte volte non lo può fare solo la Giunta, anche e abbiamo in testa come fare, deve essere svolto in coordinamento con i consigli, comitati [CCRI], affinché ci si possa fare l’idea di quello che abbiamo in mente, perché è così che abbiamo visto è meglio fare in alcuni casi.

Per esempio, parliamo degli incarichi, delle responsabilità, qui abbiamo visto le difficoltà di svolgere determinati lavori. Quando io ho avuto degli incarichi, ho visto che a volte nella Giunta mancavano le persone per tutto il lavoro da svolgere; per esempio, a quel tempo non c’erano autisti per la clinica, ogni membro della Giunta doveva essere anche autista, cuoco, doveva andare a cercare legna, c’era parecchio da fare e bisognava svolgere anche i lavori d’ufficio, dovevamo studiare le questioni in sospeso, i lavori in attesa o le questioni del municipio che non si erano potute risolvere per mancanza di tempo. Adesso mi rendo conto, e c’era passato per la testa, che c’era bisogno di un aiuto, di un autista dedicato, perché a volte a noi della Giunta toccava trasportare un malato urgente in piena notte e tornare poi alle tre o alle quattro del mattino. Ci avevamo pensato ma non eravamo in grado di risolvere quel problema.

Un esempio: quando fu il mio turno di diagnosticare la malattia più frequente nei municipi e non fu possibile definirlo nella Giunta, né avere l’informazione. Dovetti chiedere se si poteva fare o no ed ottenni l’appoggio del comando, che è quello che si vuole; si chiesero le informazioni ai municipi ed alcuni municipi non risposero, altri fornirono l’informazione, consultarono le comunità sulla malattia più frequente, perché c’era un focolaio di febbre tifoidea, ma non riunirono i consigli. Allora tutto va bene quando tutto funziona, è come una macchina. Quando in una macchina non funziona un pistone o un cilindro, la macchina non riesce ad andare in salita, non ha potenza. Questo è quello che succede, anche se la Giunta pensa o vuole fare la sua proposta da approvare in l’assemblea, molte volte non si riesce e tutto resta lì.

A quel tempo, in quell’anno, c’era molto lavoro perché non c’era un autista. Adesso per le cliniche si stanno alternando degli autisti che non lavorano nella Giunta, ma si occupano dell’auto, dei suoi pneumatici, della benzina.

Si sta migliorando un po’ su questo aspetto e credo che a poco a poco si migliori, a patto abbiamo ben presenti quali sono le necessità che si presentano, perché il lavoro della zona o del municipio aumenta sempre. Poco alla volta partecipano sempre più compagne perché aumenta il lavoro. Vediamo che è molto importante il coordinamento tra tutti e la considerazione ti tutti per ricavare le proposte e le idee nuove su come lavorare.

L’importante è non perdere il contatto con il popolo perché di questi tempi sento che ci sono cose che si erano fatte consultando il popolo ed ora invece si possono fare senza consultare il popolo, si possono cambiare alcune lettere senza che il popolo lo sappia, e questo diventa un problema, perché quando al popolo insegniamo, spieghiamo e poi improvvisamente lo escludiamo, il popolo parla, discute.

Questo può provocare dissenso o che si parli male delle autorità, e molte volte è necessario dare spiegazioni, come dicevamo oggi, la Giunta deve aver ben chiari i sette principi. [Si riferisce ai 7 principi del «comandare ubbidendo», guida delle Giunte di Buon Governo, che sono: Servire e non Servirsi; Rappresentare e non Sostituire; Costruire e non Distruggere; Ubbidire e non Comandare; Proporre e non Imporre; Convincere e non Vincere; Scendere e non Salire].

Bisogna convincere il popolo e non vincere con la forza, un’autorità deve spiegare la ragione di modificare alcuni regolamenti o alcuni accordi, deve spiegarlo al popolo; perché se sono un’autorità e non spiego il perché di una cosa, come gli arriva al popolo? Può portare a un dissenso anche se il popolo lo capisce, ma dando spiegazioni si tratta di convincere e non vincere con la forza, affinché il popolo non si scoraggi e non si disperda. Perché da lì nascono i dissensi e il popolo si demoralizza, per come l’ho visto io, questo è il problema.

Bisogna stare sempre molto vicino al popolo.

Ci sono anche comunità che vogliono fare una cosa senza la maggioranza, allora anche a loro bisogna spiegare che non si può, perché è già successo. Ci sono persone che vengono nei nostri uffici e protestano contro le autorità ma non possiamo accettarlo perché dipende dalla maggioranza. Su questo bisogna essere chiari, ma bisogna spiegarlo alla gente e cercare di convincerla, fargli capire la ragione del perché si fanno queste cose. Io la penso così, compagni, e questo è quello che cerco di spiegare dei sette principi, è quello che ho inteso, quello che ho imparato un po’. Non ho imparato molto perché ho lavorato solo tre anni e me ne sono reso conto poco a poco, sul momento non si riusciva a svolgere facilmente il lavoro perché eravamo nuovi senza aiuto, ma adesso ci sono compagni che sono rimasti anche un anno ad accompagnare ed aiutare le nuove autorità.

Ma quando abbiamo cominciato non era così, c’era solo l’aiuto dei comitati [CCRI] che ci aiutavano e a poco a poco noi imparavamo. Questo è quello che posso raccontarvi, compagni.

(…)

Come venivano nominati?

Attraverso l’assemblea, per esempio come facciamo ora. In ogni municipio si convocava un’assemblea di tutta la base e in maniera diretta si sceglieva quel determinato gruppo di compagni per fare il lavoro dell’autonomia.

Di che lavoro si trattava? Cosa dovevano fare quei compagni? Praticamente non avevamo nessuna conoscenza, forse alcuni sì, ma la maggioranza non aveva conoscenze, che cosa dovevamo fare? Lavoravamo per l’autonomia, per autogovernarci, ed è sorta la domanda: cos’è che dobbiamo fare? Nessuno aveva la risposta, ma col passare del tempo, quando quelle autorità erano insediate, arrivavano i problemi. C’erano tanti problemi in ogni nostra comunità, in ogni municipio.

Quali sono i problemi che a quel tempo hanno dovuto affrontare le autorità?

Allora il problema principale era l’alcolismo, questioni familiari, problemi tra vicini ed alcuni problemi agrari.

E cosa facevano quindi quei compagni quando si presentava un problema?

Loro ne discutevano; prima sentivano quello che aveva qualche problema di cui lamentarsi, lo si ascoltava, poi si sentiva l’altra parte, si ascoltavano le due parti. Quello che facevano quel gruppo di compagni era ascoltare, sentire dai propri fratelli quale fosse il problema e contemporaneamente sentire le ragioni. Quando si vedeva che uno dei due aveva ragione, allora si doveva parlare con l’altro fratello col quale aveva il problema.

Quello che facevano le autorità a quel tempo era dare delle idee, cioè convincere le parti ad arrivare ad una soluzione pacifica senza tanto chiasso.

E’ questo che facevano le autorità anche per altri tipi di problemi, nelle questione agrarie facevano così, convincevano i fratelli a non litigare per un pezzo di terra; se ad un fratello stanno togliendo la sua terra bisogna sentire anche l’altro che la sta togliendo e digli che non deve essere così, quello che è, è.

(…)

-*-

(…)

Sì, questo sì, ma allora si deve fare un regolamento, allora chi propone l’idea? Da dove nasce l’idea di come dovrebbe essere un regolamento? Chi dice ‘propongo questo’? Poi, come si fa per raccogliere la voce del popolo, perché se viene dalla Giunta, si accetta così o deve essere sostenuta dai compagni della Commissione di Informazione? Oppure, chi è che dice che bisogna fare un regolamento?

Risposta di un altro compagno: Non esiste ancora che ci sia un’iniziativa di compagne autorità, l’iniziativa di fare un regolamento, così solo dalle compagne che svolgono incarico di autorità. Avviene tra compagne e compagni.

No, compa, la mia domanda è come Giunta di Buon Governo, non come compagne. Come Giunta di Buon Governo è solo per fare un esempio, non si tratta in particolare di regolamento o di legge. Quando vedete che c’è una necessità o c’è un problema, per questo faccio l’esempio di un regolamento, perché questo richiede una relazione, perché la Giunta di Buon Governo non impone una legge, allora vorremmo sapere com’è che fate. Perché qui entra in gioco la democrazia, vorremmo capire, perché, come ci avete detto, i comandanti ribelli non staranno qui sempre, e capiamo che non ci sarà per sempre anche la Commissione di Informazione, cioè il CCRI [Comitato Clandestino Rivoluzionario Indigeno]. Allora voi, Giunta di Buon Governo, come fate a soddisfare una necessità, sia una legge, sia un problema, qualche questione che è necessario mandare avanti, un progetto o quello che sia. Come si relazionano Giunta di Buon Governo, MAREZ [Municipi Autonomi Ribelli Zapatisti], autorità e poi le comunità?

Cioè, come si fa la democrazia.

(…)

-*-

(Continua…)

In fede.

Dalle montagne del Sudest Messicano

Subcomandante Insurgente Marcos

Messico, Febbraio 2013

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Ascolta e guarda i video che accompagnano questo testo: https://enlacezapatista.ezln.org.mx/2013/02/22/ellos-y-nosotros-vii-ls-mas-pequens-2-como-se-hace/

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(Traduzione “Maribel» – Bergamo)

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1 Comentario »

  1. Camaradas, he leído cuidadosamente los problemas que enfrentan todos los días a fin de coordinar la vida cotidiana. Yo soy mucho italiano, en mi país contra el mal gobierno, para vivir de la manera más digna. Los impuestos, la falta de trabajo, el alto costo de la vida que ahora casi se han puesto de rodillas. Es ‘claro que está luchando por algo más importante, y sus problemas son muchos grandes porque faltan las cosas más importantes para un ser humano, las que toda persona, sin distinción en el mundo debería tener, la libertad, la dignidad, la igualdad, la educación y la todas las necesidades básicas para un hombre o una mujer puede ser definido como un ciudadano de este mundo. Me gustaría saber de usted, ¿qué puedo hacer por usted para ayudarle, incluso físicamente, incluso totin, así como ideológicamente para apoyarle con su lucha. Os saludo con gran respeto. Tierra y Libertad.

    Italia.

    Comentario de Mike — febrero 25, 2013 @ 6:19 am

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